martedì 5 maggio 2020

Chi brinda alla mafia

Domenica sera nell'Italia fiaccata dal lockdown, che si preparava timorosa alla fase 2, qualcuno stappava champagne!

Colpire a morte i due più pericolosi simboli della lotta alla antimafia: Il #M5S e Nino Di Matteo, senza sciupare un grammo di tritolo, senza oliare i kalashnikov, era per i picciotti acquartierati nelle periferie delle nostre città o nei bunker sotterranei della Calabria, un occasione senz'altro da festeggiare.

Due piccioni con una fava.

Da un lato l'unico partito rimasto a combattere davvero la mafia, rappresentato da un Ministro che "appare" nella trasmissione, incapace se non addirittura pavido. Dall'altro la magistratura antimafia il cui uomo simbolo vivente, "sembra" un burocrate in carriera che sgomita e non perde occasione, anzi la cerca, per togliersi i sassolini dalle scarpe.

Se qualcuno avesse effettivamente studiato a tavolino quella "mascariata" televisiva, meriterebbe certamente l'oscar per la "mafia moderna" e la standing ovation di ogni "uomo di rispetto" sul pianeta.

Non sapremo mai se un puparo del genere può esistere solo nella fantasia di grandi scrittori come Andrea Camilleri, o se esiste veramente ed ha messo per tempo in fresco lo champagne Domenica.

Certo è che quando si ha che fare con la mafia la cosa più stupida che si può fare è quella di credere alle apparenze.

Come davanti ad un gioco di prestigio, bisogna ricordarsi che il trucco c'è ma non si vede e, per non fare la figura degli allocchi, bisogna tener ben presente la realtà delle cose: i conigli non escono dal cappello, i corpi non lievitano nell'aria, etc.

Qual'è allora la realtà che conoscevamo prima del "gioco di prestigio" di Domenica a La7?

Tra Bonafede e Di Matteo le cose non sono andate bene e lo sappiamo tutti da Giugno 2018 quando la trattativa tra loro naufragò, così come si sapeva (e chi non lo sapeva poteva facilmente immaginarlo) che ai mafiosi non avrebbe fatto piacere trovarsi davanti Di Matteo; il magistrato che per combattere la mafia e le sue propaggini nelle istituzioni, cercava la verità ovunque senza fermarsi, nemmeno di fronte alle porte del Quirinale.

Il #M5S ha sempre lottato contro la Mafia ed in particolare proprio Alfonso Bonafede, ha mandato al 41bis oltre seicento mafiosi e firmato la legge contro il voto di scambio politico-mafioso e che ha scritto la "Spazzacorrotti", un provvedimento che rende la vita impossibile a chi deruba lo stato italiano nelle pubbliche forniture.

Tutti i partiti ce l'hanno a morte con il #M5S! E fanno bene perché siamo quelli che non rubano come loro, quelli che non comprano voti alle elezioni come i loro candidati.

Ci odiano perché siamo quelli che abbiamo tolto i vitalizi alla loro "kasta" ed abbiamo tagliato un terzo delle poltrone parlamentari, perché vogliamo ridurre gli stipendi di parlamentari e consiglieri regionali e, nell'attesa di trovare una maggioranza per farlo, costringiamo i nostri portavoce a rinunciare ad una parte dello stipendio in favore dei cittadini.

Questa è la realtà e non mi lascio fregare.

In alto i cuori, stingiamoci a coorte!Incontrerai ogni giorno milioni di maschere e pochissimi volti”