domenica 29 dicembre 2019

Ma che brutta giornata!

Siamo in un periodo strano, il futuro ci spaventa a tal punto da rifugiarci non tanto nei sentimenti, nel personale, quanto nella spensieratezza paranoica, in quella leggerezza pesante più di un macigno.
Cibo, gossip, tutto diventa mania pur di evadere dal reale, pur di non pensare e ripensare il nostro modo di essere e stare assieme.
A volte addirittura si deride chi si impegna, chi tenta di fare qualcosa per la collettività, come se quello della nostra società fosse un destino segnato.
E si appoggiano azioni (ed omissioni) per simpatia più che per convincimento.

Una sfiducia che si traduce anche in atteggiamenti religiosi intolleranti e dogmatici, molto più simili all'integralismo che ai dettami evangelici, una cristianesimo prét à porter di cui non si sentiva davvero il bisogno.

Non a caso i politicanti "professionisti" tentano di cavalcare questo sconforto generalizzato in cerca di un ingiusto tornaconto elettorale, corteggiando gli elettori invece di stimolare la loro cittadinanza.

Dobbiamo reagire a questa catalessi, rifiutare le campagne comunicative ed i messaggi privi di contenuti e se non sappiamo dietro chi andare, prendiamo la direzione opposta a quella in cui i pifferai magici ci spingono.

Salviamoci!

giovedì 12 dicembre 2019

Bella! Ciao?

Ma siamo sicuri che basti cantare "Bella ciao" per tenere lontano il fascismo?
I partigiani, ammesso che la cantassero, portavano a tracolla il mitra, strumento senz'altro più adeguato a convincere i nazifascisti. Non voglio certo invitare nessuno a mettere "mano alla fondina", ma solo evidenziare una contraddizione concreta: parlare di fascismo è inappropriato oppure inappropriato è il mezzo di lotta utilizzato per scongiurarlo.
In Italia non ci sono le condizioni per il ritorno del fascismo, abbiamo istituzioni forti (anche troppo!) e forze armate leali e ben controllate. Ammetto che le giovani generazioni abbiano scarse conoscenze di quanto accadde in Italia giusto cento anni fa, ma non credo che a ciò si possa rimediare con slogan ed adunate. Meglio sarebbe informare chi non sa, costruire quella consapevolezza dei propri diritti che è l'unico vero argine alle pulsioni antidemocratiche.
Ed invece un intellighenzia del tutto inadeguata ai tempi che corrono, partorisce la solita crociata, tenta di polarizzare l'elettorato e siamo alle solite: guelfi o ghibellini, destra o sinistra (alla faccia di Giorgio Gaber!).
Ma il peggio è che il centrosinistra non ha un programma e ripropone per il nostro paese ciò da cui erano scampati gli italiani il 4 Marzo del 2018: legge Fornero, tutela delle banche e degli interessi dei poteri finanziari, l'acciaio "alla tarantina", il TAV, economia del petrolio, le orgie di cemento, la prescrizione ed il bavaglio alla stampa. Tutto condito con l'ipocrisia e la retorica di sempre.
Certo ognuno è libero d'impiccarsi alla corda che più gli piace, ma perché trascinare con se l'antifascismo? Manco fossero loro i padroni del brand!
Come si fa a non capire che una proposta così squinternata è inaccettabile in un Paese che VUOLE il cambiamento, che aveva dato un preciso mandato al M5S per realizzarlo e che ora addirittura lo rimprovera (ingiustamente!) di non aver fatto abbastanza?
Presentare mediaticamente le elezioni come una specie di referendum fascismo/antifascismo, indipendentemente dal risultato, sdogana di fatto il fascismo. Dopo chiunque potrà rifarsi al risultato ottenuto per propagandare il fascismo e non ci sarà più nulla a poterlo impedire. Il fascismo da male assoluto come gli stesi eredi avevano ammesso, diventerà una delle opzioni in campo possibili per curare i mali del nostro Paese.
Non a caso Matteo Salvini non si affanna a smentire le accuse di fascismo e addirittura Giorgia Meloni, le rivendica per se dichiarandosi offesa dai canti partigiani. Tutta pubblicità elettorale gratuita per loro che potranno più facilmente intercettare quel 48% di italiani che, secondo l'ultimo rapporto annuale del Censis, vuole un «uomo forte al potere».
Attenzione perché Il fascismo non è arrivato al potere sulle sue gambe ma attraverso gli imperdonabili errori e la complicità di chi avrebbe dovuto contrastarlo.
A manovrare le masse si combinano, da sempre, i guai peggiori.