venerdì 27 ottobre 2017

Totò, Pasquale e la Banca D'Italia


Quando parliamo di Banca d'Italia la cosa più importante da dire è quella meno nota.
Bankitalia è una SPA che attraverso la catena del valore, costa al sistema Italia 2,2 miliardi di Euro l'anno, di cui oltre 623 milioni di euro in stipendi ed emolumenti a dipendenti

Certo è una Istituzione molto importante, con tante sedi, tanti dipendenti (e tanti privilegi: stipendio medio superiore 85.000 euro lordi!), ma bisogna anche dire che il suo compito principale dal 2013 è quello di "vigilare" sulle altre banche italiane.
E questo è il punto!

Prima di procedere oltre nel ragionamento è bene ricordare anche che negli ultimi 2 anni le "banche allegre", hanno bruciato in complesso oltre 100 miliardi di euro, di cui una parte era dei risparmiatori a vario titolo (azionisti ed obbligazionisti più o meno al loro insaputa!) ed una parte dei contribuenti. Anche di chi il conto in banca non ce l'ha, anche di chi ogni giorno lotta per mettere il piatto a tavola. 

Detto questo credo che nessuno, forse nemmeno il Governatore Ignazio Visco, dubita sull'inefficienza della Banca D'Italia a svolgere il proprio ruolo di controllo.

Ciascuno invece ha una propria posizione sulle responsabilità. Chi da la colpa a Visco, chi ai politici, chi all'usciere del III piano che gli sta antipatico.

Opinioni legittime quanto campate in'aria dal momento che la riservatezza dell'Istituto è uno degli altri compiti di Bankitalia, questo si, svolto con maniacale efficienza.
L'opacità è totale al punto che il M5S ha dovuto chiedere una commissione parlamentare con poteri speciali, come quelli assegnati alla magistratura, per riuscire a capire cosa non ha funzionato, chi ha preso i soldi (i nostri soldi!) e per farne che uso.
L'argomento è così imbarazzante che in tanti si sono opposti, compreso il suo attuale presidente Pierferdinando Casini. Se non puoi vincere un nemico meglio allearsi e diventarne il capo.

Forse l'inefficiente vigilanza non è la causa della crisi bancaria, ma sicuramente non ha contribuito ad evitarla ne tantomeno a mitigarne le conseguenze.
E' altrettanto chiaro che l'omessa vigilanza richiama alle loro responsabilità i partiti di governo e quelli di finta opposizione il cui tentativo di smarcarsi, fischiettando è ridicolo.

Ricorda tanto il bellissimo sketch di Totò, altrettanto comico, in cui il Principe De Curtis, dopo aver preso tanti schiaffi da un bruto che lo aveva scambiato per "Pasquale", si smarcava dal torpore e dall'apatia, con l'ormai celebre battuta: "E che sono Pasquale?".

Ma Renzi è "Pasquale" e la Boschi se non è "Pasquale" ne è quantomeno la figlia.

Anche Berlusconi, dopo aver affidato a Rocco Palese alla Camera la difesa d'ufficio di Ignazio Visco, ha "fischiettato" nel tentativo di far dimenticare a tutti che sei anni fa era lui "Pasquale", quando aveva nominato Visco a "governare" la Banca d'Italia.

Ovviamente c'è poco da ridere e questi personaggi d'avanspettacolo hanno fatto il loro tempo.
Presto saremo chiamati alle urne e ciascuno di noi a "Pasquale", potrà schiaffeggiarlo sino saziarsi, di ogni torto subito.

martedì 17 ottobre 2017

Il posto fisso quando è dei potenti non si tocca

Scade il mandato del governatore della Banca d'Italia, l'organo che doveva vigilare ed impedire che quasi 100 miliardi di Euro fossero bruciati in Italia dalle Banche.

Il #M5S chiede al governo di non rinnovare il mandato, i partiti di maggioranza si oppongono.

Anche Forza Italia si oppone e fa sapere tramite il parlamentare leccese Rocco Palese, di voler cavalcare il tema della tutela del risparmio nell'imminente campagna elettorale. Un po' come dire che si propone di combattere il crimine lasciando però i rapinatori in circolazione.

Il PD si oppone ma esprime perplessità sulla governance del sistema bancario, come se in questi cinque anni fosse stato all'opposizione anziché al governo. Insomma il solito PD partito di lotta e di governo, una sceneggiata in cui Renzi ed Emiliano si scambiano di posto, con quest'ultimo a difendere il governatore Visco.

Se non ci fossero di mezzo i soldi dei risparmiatori e quelli dei contribuenti ci sarebbe da pisciarsi sotto dal ridere.



domenica 15 ottobre 2017

24 ore a Roma


A Roma c'era lo stesso sole, lo stesso tiepido Ottobre che avevo lasciato tre anni prima, andando via, dopo l'intervento di Beppe Grillo, al primo raduno di "Italia5Stelle", nel magico sfondo del Foro Italico.
La città mi è sembrata la solita, forse solo un po' più pulita. I soliti turisti chiassosi e curiosi, pronti ad immortalarsi sul set della grande bellezza.
La solita allegria disincantata dei romani da secoli avvezzi allo scorrere dei governi così come a quello delle stagioni.
Ho osservato attentamente il percorso dell'autobus, alla ricerca di una delle tante buche, nulla da fare non ne ho viste. Ho visto invece il solito traffico sostenuto ma scorrevole, lambire come torrente impetuoso, i palazzi e gli eterni monumenti della città divina che, a dispetto di ogni strumentalizzazione, è ancora la più bella del mondo.
Una passeggiata in centro è troppo poco per esprimere un giudizio sensato su di una metropoli come Roma, ma da barese avvezzo ai disservizi, posso almeno affermare, che se la capitale è allo sbando, come dicono giornali e TV, quello sbando la Raggi lo ha saputo nascondere a meraviglia.
Il giudizio sull'operato della Raggi, lo esprimeranno democraticamente i cittadini romani fra un po meno di tre anni. Valuteranno loro, in base alla loro esperienza a chi affidare l'amministrazione della loro città.
Sino ad allora balle e pettegolezzi li rimanderò al mittente.
Sempre a Roma, c'è invece chi non avendo più tappeti sotto cui nascondere la propria polvere, nell'imminenza delle elezioni politiche, teme il voto popolare più della peste. Terrorizzato cerca con ogni mezzo di salvarsi. Si accinge ad una sofisticata truffa elettorale, emulando il colpo gobbo che consentì a Benito Mussolini di assicurarsi un ventennio dl potere.
Ma questa è un'altra storia il cui prologo è stata la grande manifestazione popolare di questi giorni sotto la Camera dei Deputati e quella che si terrà la prossima settimana al Senato.
Chi vorrà in questa storia sarà il benvenuto!