Benvenuto Professore!
La situazione in Italia deve essere davvero grave, se n'è accorto anche Ernesto Galli Della Loggia, che dal pulpito del Corriere della Sera, lancia strali contro la "kasta degli italiani", rei di meritarsi i partiti che da vent'anni li sbeffeggiano.
Ad interrompere la narcolessia dell'acuto intellettuale, la constatazione delle modalità con cui i partiti hanno quadrato la spartizione delle poltrone nelle liste.
Il professorone va giù duro nella sua filippica, contro gli italiani che non vanno "abbastanza a scuola", "non studiano", abbandonano la scuola e "conseguono in genere pessimi risultati". Che invece di frequentare le biblioteche, i teatri ed i cinema, si abboffano di TV, smartphone e chat.
Nell'editoriale che sprizza acume e idee da ogni dove, il cattedratico, si pone diverse domande retoriche, per giungere ad una "davvero dotta" conclusione: "Rassegniamoci alla verità: sono una sparuta minoranza (e i politici lo sanno!) gli italiani che vogliono veramente un Paese diverso: dove veramente significa essendo disposti a pagare il prezzo necessario ad averlo. A tutti gli altri, invece, va più o meno bene il Paese che c’è: naturalmente riservandosi il diritto di imprecare ad ogni momento che «in Italia è tutto uno schifo»".
Se fosse stato un tema d'italiano al liceo, non gli avrebbe fruttato più di un sei. Il ragazzo si impegna, scrive benino ma non va oltre i luoghi comuni.
Qualcuno dei suoi lettori potrebbe (e forse dovrebbe!) chiedersi, dov'era l'acuto osservatore mentre Berlusconi, smantellava la TV pubblica per consentire alle sue televisioni d'imporre l'attuale modello culturale. Dov'era l'esimio professore, mentre la Gelmini, amabilmente diretta da Tremonti e Berlusconi, toglieva nove miliardi alla scuola pubblica, o mentre Renzi istituiva la scuola/azienda dalla quale scappa chi può: genitori, alunni ed insegnanti?
Dov'era mentre in quest'ultima scorcio di legislatura Renzi e Berlusconi, con la complicità di Gentiloni, Grasso e la Boldrini, confezionavano la legge elettorale, vero e proprio "pacco" agli italiani?
Io invece vorrei sapere cosa ha insegnato ai suoi studenti il Professore, durante le sue lezioni di storia contemporanea? Forse nelle sue risposte potremmo trovare anche alcune cause della fuga dall'Università, da lui stesso richiamata.
Che progresso culturale può mai esserci in un Paese che affida a tanta pochezza insegnamenti così delicati?
Che coscienza critica possono mai avere cittadini ed elettori in un Paese il cui più importante giornale pubblica editoriali di così scarso valore?
