Siamo in un periodo strano, il futuro ci spaventa a tal punto da rifugiarci non tanto nei sentimenti, nel personale, quanto nella spensieratezza paranoica, in quella leggerezza pesante più di un macigno.
Cibo, gossip, tutto diventa mania pur di evadere dal reale, pur di non pensare e ripensare il nostro modo di essere e stare assieme.
Cibo, gossip, tutto diventa mania pur di evadere dal reale, pur di non pensare e ripensare il nostro modo di essere e stare assieme.
A volte addirittura si deride chi si impegna, chi tenta di fare qualcosa per la collettività, come se quello della nostra società fosse un destino segnato.
E si appoggiano azioni (ed omissioni) per simpatia più che per convincimento.
E si appoggiano azioni (ed omissioni) per simpatia più che per convincimento.
Una sfiducia che si traduce anche in atteggiamenti religiosi intolleranti e dogmatici, molto più simili all'integralismo che ai dettami evangelici, una cristianesimo prét à porter di cui non si sentiva davvero il bisogno.
Non a caso i politicanti "professionisti" tentano di cavalcare questo sconforto generalizzato in cerca di un ingiusto tornaconto elettorale, corteggiando gli elettori invece di stimolare la loro cittadinanza.
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