lunedì 30 marzo 2015

...ma siamo sicuri con questi cinque stelle?


Tutti gli attuali partiti costruiscono il loro consenso basandosi sul denaro per l'acquisizione delle preferenze elettorali. Gli ingenti finanziamenti pubblici, incassati dalle loro tesorerie, sono però ovviamente insufficienti a mantenere i tanti che al loro interno, vivono di politica. Per questa ragione i partiti sono costretti a cercare finanziamenti privati più o meno leciti. I loro candidati nelle liste elettorali, sono scelti in base alla loro capacità “personale” di portare voti. Questo indipendentemente che siano scelti all'interno del partito, nei sindacati o in quella che con un temine fuorviante viene definita la “società civile”. Costoro sono “costretti” a raccogliere ingenti finanziamenti elettorali che li legano indissolubilmente ai loro finanziatori. Quando uno di loro viene eletto deve contraccambiare il finanziamento ricevuto e costruire la propria “clientela elettorale”, attraverso un azione politica pericolosamente in bilico tra immoralità e illegalità. Le clientele elettorali, costituiscono veri e propri “pacchetti di voti”, da utilizzare direttamente per la propria rielezione o da scambiare all'interno del proprio partito, della propria corrente per aumentare il proprio peso politico. I più “bravi” tra loro riescono anche a portarseli dietro cambiando formazione politica o addirittura a monetizzarli a fine carriera. Da tutto ciò discende l'impossibilità per i partiti di amministrare con criteri trasparenti, meritocratici e nell'interesse generale, la cosa pubblica. Una persona di sani principi morali dovrebbe evitare di candidarsi nei partiti perché sarebbe un corpo estraneo ed entrerebbe inevitabilmente in contrasto con le loro necessità economiche. Alcune volte i partiti candidano persone perbene, specialmente nelle liste civette, per rastrellare consenso sano e consapevole al quale mai potrebbero accedere.
Ovviamente non considero volutamente il fenomeno dell'infiltrazione mafiosa dove la corruzione politica non è un fatto accidentale, ma lo strumento attraverso cui si concretizza il disegno criminale.
Il M5S, invece, mette il cittadino al centro della vita politica, invitandolo ad attivarsi e ad intenderla come servizio gratuito alla comunità. I nostri attivisti verificano il lavoro svolto dagli amministratori pubblici, sia quelli del M5S che quelli delle altre forze politiche. Gli attivisti analizzano i problemi del loro territorio ed elaborano soluzioni adeguate d'interesse generale per la collettività, che sintetizzano poi nei programmi elettorali. Gli attivisti scelgono democraticamente i loro portavoce e li candidano alla guida delle istituzioni e li sostengono nelle campagne elettorali. Una volta eletti vigilano sul loro operato ed in caso di mancato rispetto dei programmi, gli negano la fiducia promuovendone il loro “recall”. In un contesto quale quello del M5S, la disponibilità economica non può in alcun modo agevolare la candidatura, ne tanto meno la ricandidatura ad un eventuale secondo ed ultimo mandato. Anche durante le nostre campagne elettorali i soldi non sono indispensabili perché i candidati non possono comprare spazi pubblicitari, ne regalare buoni benzina, buoni spesa, cene elettorali o altra utilità.
Chiunque sia capace e onesto, incensurato, senza procedimenti penali in corso, può diventare portavoce del M5S ed esercitare il proprio mandato in sintonia con la comunità degli attivisti che lo ha espresso. Un disonesto al contrario sarebbe sempre e comunque un corpo estraneo del M5S, un infiltrato che prima o poi verrebbe individuato e costretto ad uscire dal MoVimento.

Ritengo queste le ragioni per le quali un cittadino possa intraprendere con fiducia il percorso verso il MoVimento Cinque Stelle, che lo porti dal sostegno elettorale, all'attivismo sul territorio e in ultima analisi, alla concreta trasformazione del nostro Paese.

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