martedì 8 dicembre 2015

Io e i debiti fuori Bilancio

Che cosa sono i debiti fuori Bilancio?

Io l'ho imparato seguendo i Consigli Comunali della mia città, veramente molto istruttivi. Esiste un accordo bipartisan tra i politicanti dei partiti, che consente a chi governa di nascondere "la polvere sotto il tappeto".

Uno di questi sono i debiti fuori bilancio. Mi spiego! Un Comune, per esempio quello di Bari, anziché pagare un debito, si lascia chiamare in giudizio dal creditore. Il Sindaco in questo modo ha la possibilità di non mettere in bilancio quei costi, contando sui tempi lunghi della giustizia e soprattutto sulla "complicità" degli amministratori che si susseguiranno alla guida delle istituzioni.

L'anno scorso, più o meno in questo periodo, ho assistito ad un Consiglio Comunale, in cui Decaro chiedeva di pagare un debito fuori bilancio di un milione abbondante di Euro. Scoprì che quel debito era una "eredità" di Emiliano, che a sua volta, dieci anni prima, aveva ereditato da Di Cagno Abbrescia e così via sino a perdersi nella "notte" politica della Città di Bari.

Ma i reati cadono in prescrizione, i debiti no e qualcuno li deve pagare. Indovinate chi?
Rimandare i debiti costa? Certo e costa salato, onorari legali, spese processuali, interessi, rivalutazioni. Mamma mia che spreco di denaro per consentire ad un politico di fregiarsi "abusivamente" del titolo di "Risanatore del Bilancio".

Guardate un poco la precedente amministrazione quanti debiti ha lasciato al povero (si fa per dire!) Decaro. L'unica consolazione, per Decaro, è che adesso Emiliano è alle prese con i debiti (tanti!) lasciati in Regione da Vendola.

Mi chiedo ma quei cittadini che hanno eletto Emiliano prima e Decaro poi, come "Sindaco più amato dagli italiani", queste cose le sapevano?
"Risposta non c'è o forse chi lo sa...caduta nel vento sarà"

Certo è che il M5S, dove arriva interrompe questo circolo "omertoso". 
Beati gli abitanti di Parma, Livorno, Pomezia e di tutti gli altre città "DEPARTITIZZATE"!


Altre info su M5S Bari


mercoledì 4 novembre 2015

I valori del PD ai tempi del PD

Il PD non rispetta neanche i propri valori fondamentali.

Mi chiedo se i dirigenti del PD Renzi, Letta, Bersani, Napolitano e anche il nostro Emiliano, hanno mai letto la carta dei valori del proprio partito, prima di utilizzarla come "carta" igienica? Spiego.

Il Manifesto dei valori di del PD (16/2/2008) dice a proposito della nostra Costituzione:
"La sicurezza dei diritti e delle libertà di ognuno risiede nella stabilità della Costituzione, nella certezza che essa non è alla mercé della maggioranza del momento, e resta la fonte di legittimazione e di limitazione di tutti i poteri. Il Partito Democratico si impegna perciò a ristabilire la supremazia della Costituzione e a difenderne la stabilità, a metter fine alla stagione delle riforme costituzionali imposte a colpi di maggioranza, anche promuovendo   le necessarie modifiche al procedimento di revisione costituzionale.   La Costituzione può e deve essere aggiornata, nel solco dell’esperienza delle grandi democrazie europee, con riforme  condivise, coerenti con i princìpi e i valori della Carta del 1948, confermati a larga  maggioranza dal referendum del 2006."

Perseguire testardamente la più grande riforma della nostra carta costituzionale (soltanto dal punto di vista strettamente quantitativo), vi sembra il modo di mettere fine alla "stagione delle riforme"?
Far "nominare" i senatori direttamente dai politici (delega elevata al quadrato per i cittadini) è compatibile con la Costituzione del 48?
E poi una riforma può essere considerata "condivisa" se per farla votare al Senato si è reso necessario minacciare la sostituzione dei senatori PD contrari? Una gara disgustosa di "salto nella maggioranza" a cui Renzi ha invitato i numerosi "peones" in senato interessati a conservare lo stipendio più che al destino della Costituzione.

Poiché non mi risulta che la schizofrenia sia un male contagioso, sono portato a pensare che il PD più che un moderno partito costituzionale sia oramai una macchina politica, ricca di finanziamenti quanto priva di idee ed ideali. Un organizzazione di potere assoluto con ramificazioni pericolosissime all'interno dello Stato. Un organizzazione in cui il Leader Maximo, assume senza essere stato eletto, il governo della nazione, piazza i suoi uomini ovunque aprendo nel suo partito la stagione del "renzismo". Anche la sacrosanta sostituzione del Sindaco di Roma avviene con un autoritarismo che mette i brividi a chi ricorda la storia del nostro Paese.

Ma il potere del PD si basa anche, non neghiamolo, su un certo numero di persone che in buona fede credono e/o vogliono credere alle favole renziane. Ne conoscete qualcuno?
Spero e mi auguro che questa riflessione possa servire a fargli comprendere i pericoli del vero populismo, quello renziano. Divulgate!
Buon MoVimento

mercoledì 7 ottobre 2015

A QUALCUNO PIACE FALSA

A QUALCUNO PIACE FALSA

A più di qualcuno l'informazione piace falsa!



Che a Renzi la RAI vada bene così com'è, non serve neanche dirlo. Ha nominato i vertici della RAI a sua immagine e somiglianza. Ora chiede a suoi sudditi di pagare (meno ma tutti!) il giocattolino che gli consente di continuare a regnare, disinformando gli italiani.

Ma conviene anche a tutti gli altri dignitari del PD, anche a quelli che sognano di fare lo sgambetto a Renzi, non rinunciare al sistema "embedded" dell'informazione.

Cartina di tornasole la discussione d'oggi alla Camera dei Deputati della proposta del M5S di abolizione del finanziamento pubblico all'editoria.
Il PD e la sua maggioranza non hanno portato, come avrebbero potuto, un progetto alternativo al nostro. Evidentemente a loro l'informazione piace così com'è. Si sono limitati ad approvare un emendamento di SEL che faceva decadere l'intero dibattito in aula.

Anche SEL non ha nessun interesse a cambiare il sistema dell'informazione. Si accontenta di qualche "comparsata" in TV e di un po di soldi (briciole!) a pseudo giornali che non legge più nessuno e che servono soltanto a mantenere il sistema clientelare attraverso cui racimola (sempre meno!) i suoi voti.

Anche ai berlusconiani non conviene modificare una situazione in cui dal duopolio televisivo le aziende del "capo" continuano non solo a fare "ingiusti" profitti ma addirittura ad acquisire il monopolio dell'editoria.

Per la verità modificare il sistema malato dell'informazione non conviene a nessuna delle forze politiche della "casta". Un informazione controllata e controllabile fa comodo a TUTTI!

Ma la strategia della casta ha il fiato corto e non servirà a salvare aziende al collasso e stipendi d'oro dalla rivoluzione dell'informazione via internet.

A noi non resta che continuare a far circolare l'informazione il più possibile, sfruttando l'incomprimibile libertà della rete, i gazebo, il passaparola e l'insostituibile inventiva di simpatizzanti e attivisti.

Resistere, resistere e ancora resistere.

https://www.facebook.com/GiuseppeBresciaM5S/videos/1023274254360117/
https://www.facebook.com/dibattista.alessandro/videos/769375599841173/


venerdì 11 settembre 2015

Parole, parole, parole.


Domani si ripete il rito della discesa a Bari del Presidente del Consiglio per l'inaugurazione della Fiera del Levante. Tutti in attesa che si rinnovi il miracolo della “promessa vana” che si ripete ininterrottamente da quasi ottant'anni. 

Mussolini è stato il primo di una lunga serie di uomini politici che si sono succeduti alla Fiera del Levante a promettere un benessere e uno sviluppo che mai veramente si sono realizzati nel meridione. E dopo il ventennio fascista e il suo tragico epilogo, arriviamo agli ultimi venti anni forse meno tragici ma altrettanto carichi di chiacchiere. Da Craxi e Andreotti a Berlusconi, Prodi e D'Alema, passando per Monti, sino a giungere a Renzi.
Ogni volta fiumi d'inchiostro sciupati a generare aspettative puntualmente tradite.

Anche quest'anno tutti a interrogarsi su ciò che dirà Renzi “L'ex rottamatore” al non ancora rottamato Emiliano che, dopo le regionali, attenta alla sua poltrona. Come se parole vuote potessero qualcosa contro gli interessi dei finanziatori delle loro campagne elettorali, che vogliono un meridione così com'è. Un enorme discarica in cui seppellire rifiuti più o meno tossici, un economia industriale pesante capace di produrre, finanziata dallo stato, soltanto morte e distruzione del territorio. Un immenso serbatoio di voti da scambiare con promesse e ricatti.
Cosa cambierà dopo il discorso di Renzi? Le nostre coste, il nostro mare, la nostra economia non saranno certo messe al riparo dalle minacce dell'industria petrolifera, dal business delle grandi e inutili opere come il TAP. Taranto continuerà ad essere un posto in cui morire o da cui emigrare o entrambi. Stretta tra un inquinamento, i cui effetti sono tristemente certificati dai dati epidemiologici, e il ricatto del lavoro. Identica la sorte di Brindisi e delle altre aree industriali pugliesi più fortunate, ma non troppo. 
Ed Emiliano, Presidente della Regione Puglia, che con la complicità di stampa e televisioni, ha costruito l'immagine del vincitore della competizione elettorale, per poi attrarre a sé un esercito di quattrocento candidati in cerca di poltrone. Un uomo che in dieci anni da Sindaco non ha fatto nulla per la sua città, quali parole potrà pronunciare, per cambiare la situazione di una regione in cui un giovane su due è senza lavoro? Una regione in cui le cambiali elettorali da lui sottoscritte ai suoi finanziatori, lo privano della libertà indispensabile ad agire nell'interesse dei cittadini. La rivalità tra lui e il Presidente del Consiglio e la lotta che ne deriva nella sgangherata coalizione che lo sostiene, non potranno portare nulla di buono oltre che parole. 

Parole di cui io sono stanco e che suonano nella mia mente come quelle di Alberto Lupo nel fantastico duetto con Mina, che ascoltavo quando ero bambino. 
“Parole, parole, soltanto parole”.

Parole che non tolgono l'appetito di chi ha fame e non scaldano il cuore più a nessuno. Nemmeno a quei pochi che, per paura di perdere il poco che gli resta, lo sostengono.

domenica 5 luglio 2015

Ora più che mai valorizziamolo!

La valorizzazione delle risorse culturali è una delle "idee forti" del M5S su cui basare lo sviluppo della Puglia.

Nell'elaborazione del programma regionale abbiamo proposto la valorizzazione del nostro patrimonio culturale, finalizzandola tanto alla conservazione dei beni, quanto alle ricadute economiche sul territorio.

I siti da valorizzare vanno individuati attraverso processi partecipati in grado di coinvolgere le istituzioni locali, le associazioni, gli esperti e i cittadini. La scelta dei progetti deve tenere conto della ricaduta occupazionale, cercando di massimizzarla e di promuovere attraverso la cultura  il potenziamento dell’offerta turistica, la sua diversificazione e soprattutto la sua destagionalizzazione.

Nell'area metropolitana barese uno dei siti da “salvare” dalla cementificazione e poi da valorizzare, potrebbe sicuramente essere il percorso neolitico accennato dall'Arch. Eugenio Lombardi in questo interessante articolo.
Nell'incontro "Liberiamo la Cultura" dello scorso 27 Marzo lo stesso Lombardi aveva illustrato le linee guida dell'intervento sul patrimonio archeologico barese dimenticato. Gli insediamenti neolitici (Palese, Torre A Mare, Carbonara, Ceglie, etc.) costituiscono una fonte "rinnovabile" di valore economico, attraverso il quale contribuire allo sviluppo sostenibile del nostro territorio.

Politiche di questo tipo si sono dimostrate capaci di incidere positivamente sull'economia post industriale di paesi in crisi come il nostro. Basti pensare alla città di Bilbao la cui insostenibile economia industriale è stata sostituita da un economia turistico-culturale basata sul Museo Guggenheim.
Durate la campagna elettorale abbiamo molto insistito su questo punto ed ora, alla luce dei risultati ottenuti, sono convinto che questo sia uno degli argomenti concreti su cui sfidare il governo regionale.

sabato 20 giugno 2015

La copertura a fase alterna

La copertura a fase alterna

Ogni volta che si parla di reddito di cittadinanza ci si interroga sulle coperture. Giornalisti e politici avversari del M5S si ritengono in dovere di esprimere dubbi sulla sua sostenibilità. Va bene! E' giusto fornire all'opinione pubblica le informazioni sulla sostenibilità di una proposta politica.
Quello che non mi spiego invece è perché non si faccia altrettanto con le altre proposte di legge. Avete mai sentito qualcuno interrogarsi sulla sostenibilità economica dell'assistenza ai migranti? Parliamo di costi altissimi tra soccorso, trasferimento, detenzione, valutazione della richiesta d'asilo e rimpatrio (quando possibile!). Eppure le decisioni in merito alla politica sui migranti vengono prese senza informare gli elettori sui costi, né tanto meno sulle loro coperture. Perché questo diverso trattamento dei mass media su due prestazioni di assistenza umanitaria per certi versi molto simili? Perché il diritto dell'elettore di sapere le coperture dei costi cessa quando dal sostegno al reddito dei nostri concittadini, si passa agli aiuti ai migranti? La domanda è ovviamente retorica. Chi sarebbe disposto ad accollarsi una tassa per finanziare l'asilo agli extracomunitari? Forse nessuno, forse in pochi, certo non la maggioranza. Allora politicanti e giornalisti intervengono correggendo il vizio di un elettorato privo di memoria quanto attento al proprio portafoglio. Gli uni e gli altri, di comune accordo, nascondono il problema come se l'assistenza ai migranti fosse a costo zero. E chi solleva il problema? Populista, quando va bene!
Ovviamente questo schema si ripete nella politica italiana molto spesso. Chi ha mai sollevato il problema dei costi delle missioni all'estero prima di decidere l'invio dei nostri soldati? Per i costi della politica, dei rimborsi elettorali, degli stipendi, dei vitalizi, chi ha mai pensato a quantificarli e sottoporli agli elettori? Così come per i costi delle Camere e per quelli di Montecitorio. L'elenco sarebbe lunghissimo. Nel nostro Paese non informare gli elettori è la regola a cui fa eccezione solo il reddito di cittadinanza.
Il sistema partitico-mediatico determina autonomamente quali costi sottoporre al giudizio degli elettori e quali no. Insomma, la nostra è di fatto una democrazia limitata.
Io personalmente sarei per aiutare il più possibile quei poveri sventurati che giungono senz'altra speranza nel nostro Paese, ma il mio parere vale uno e vorrei che fossero i cittadini a decidere. Sempre!

giovedì 16 aprile 2015

Il Movimento Cinque Stelle e la campagna elettorale

Per i PARTITI la vita politica si divide in due momenti distinti, le elezioni, e la gestione del potere che dal risultato elettorale ne deriva a ciascuna forza.
Chi vince le elezioni governa distribuendo i "dividendi" ai finanziatori delle campagne elettorali e le mance alle proprie clientele.
Chi va all'opposizione si accomoda su comode poltrone e si addormenta in attesa della prossima campagna elettorale. I più attivi di loro, in genere i capigruppo, i capi cordata o anche i semplici capi bastone ogni tanto danno un intervista in TV o su qualche giornale compiacente, per poi tornare a dormire.
Questo continuo alternarsi delle "stagioni" politiche è stato interrotto dal MoVimento Cinque Stelle e vorrei che fosse chiaro a tutti. Noi non abbiamo stagioni, siamo sempre nelle piazze con i nostri banchetti, con i nostri gazebo, con le nostre agorà.
D'estate, mentre i partiti politici dormivano e le piazze erano vuote, siamo andati sotto gli ombrelloni di tutta la Puglia per salvare il nostro mare e ci andremo ancora (è già previsto!).
Facciamo questo perché il nostro obiettivo politico è stimolare la cittadinanza attiva. Governo o opposizione sono solo strumenti per raggiungere quel fine, siamo preparati per entrambi e accetteremo il ruolo che i cittadini vorranno assegnarci.
Il tour che noi candidati alla Regione Puglia stiamo portando in tutta la Puglia, deve perciò, essere inteso come una delle tante attività politiche che continuamente facciamo sul territorio. Certo molto importante perché da essa dipende, ahimè, la sorte della nostra regione.
Il programma “elettorale” che presentiamo nelle piazze non è altro che la sintesi delle soluzioni che il MoVimento Cinque Stelle Pugliese ha individuato per i problemi della nostra regione. E' in continua evoluzione e si arricchisce ad ogni nostra agorà sul territorio, ad ogni incontro dei nostri gruppi tematici, ad ogni gazebo.
Ovviamente il contributo dei cittadini non si esaurisce con la redazione del programma elettorale, continuerà coinvolgendo gli attivisti certificati “on line” alla redazione dei testi delle nostre proposte in Consiglio Regionale e nelle sue commissioni.

Questo è il significato che il MoVimento Cinque Stelle attribuisce alla parola “partecipazione” in netto contrasto con le continue imitazioni propagandistiche dei partiti.
Durante le nostre "campagne elettorali" ogni evento non è finalizzato soltanto alla raccolta di voti, ma ha come obiettivo quello d'informare i cittadini. Io stesso ho deciso di iniziare a collaborare attivamente con il M5S dopo una agorà con Beppe Grillo, durante la campagna per le politiche del 2013. Oggi sono particolarmente felice di spendermi affinché altri possano iniziare quel precorso di cittadinanza attiva che è l'unico modo possibile per cambiare in modo stabile e pacifico il nostro Paese.


lunedì 30 marzo 2015

...ma siamo sicuri con questi cinque stelle?


Tutti gli attuali partiti costruiscono il loro consenso basandosi sul denaro per l'acquisizione delle preferenze elettorali. Gli ingenti finanziamenti pubblici, incassati dalle loro tesorerie, sono però ovviamente insufficienti a mantenere i tanti che al loro interno, vivono di politica. Per questa ragione i partiti sono costretti a cercare finanziamenti privati più o meno leciti. I loro candidati nelle liste elettorali, sono scelti in base alla loro capacità “personale” di portare voti. Questo indipendentemente che siano scelti all'interno del partito, nei sindacati o in quella che con un temine fuorviante viene definita la “società civile”. Costoro sono “costretti” a raccogliere ingenti finanziamenti elettorali che li legano indissolubilmente ai loro finanziatori. Quando uno di loro viene eletto deve contraccambiare il finanziamento ricevuto e costruire la propria “clientela elettorale”, attraverso un azione politica pericolosamente in bilico tra immoralità e illegalità. Le clientele elettorali, costituiscono veri e propri “pacchetti di voti”, da utilizzare direttamente per la propria rielezione o da scambiare all'interno del proprio partito, della propria corrente per aumentare il proprio peso politico. I più “bravi” tra loro riescono anche a portarseli dietro cambiando formazione politica o addirittura a monetizzarli a fine carriera. Da tutto ciò discende l'impossibilità per i partiti di amministrare con criteri trasparenti, meritocratici e nell'interesse generale, la cosa pubblica. Una persona di sani principi morali dovrebbe evitare di candidarsi nei partiti perché sarebbe un corpo estraneo ed entrerebbe inevitabilmente in contrasto con le loro necessità economiche. Alcune volte i partiti candidano persone perbene, specialmente nelle liste civette, per rastrellare consenso sano e consapevole al quale mai potrebbero accedere.
Ovviamente non considero volutamente il fenomeno dell'infiltrazione mafiosa dove la corruzione politica non è un fatto accidentale, ma lo strumento attraverso cui si concretizza il disegno criminale.
Il M5S, invece, mette il cittadino al centro della vita politica, invitandolo ad attivarsi e ad intenderla come servizio gratuito alla comunità. I nostri attivisti verificano il lavoro svolto dagli amministratori pubblici, sia quelli del M5S che quelli delle altre forze politiche. Gli attivisti analizzano i problemi del loro territorio ed elaborano soluzioni adeguate d'interesse generale per la collettività, che sintetizzano poi nei programmi elettorali. Gli attivisti scelgono democraticamente i loro portavoce e li candidano alla guida delle istituzioni e li sostengono nelle campagne elettorali. Una volta eletti vigilano sul loro operato ed in caso di mancato rispetto dei programmi, gli negano la fiducia promuovendone il loro “recall”. In un contesto quale quello del M5S, la disponibilità economica non può in alcun modo agevolare la candidatura, ne tanto meno la ricandidatura ad un eventuale secondo ed ultimo mandato. Anche durante le nostre campagne elettorali i soldi non sono indispensabili perché i candidati non possono comprare spazi pubblicitari, ne regalare buoni benzina, buoni spesa, cene elettorali o altra utilità.
Chiunque sia capace e onesto, incensurato, senza procedimenti penali in corso, può diventare portavoce del M5S ed esercitare il proprio mandato in sintonia con la comunità degli attivisti che lo ha espresso. Un disonesto al contrario sarebbe sempre e comunque un corpo estraneo del M5S, un infiltrato che prima o poi verrebbe individuato e costretto ad uscire dal MoVimento.

Ritengo queste le ragioni per le quali un cittadino possa intraprendere con fiducia il percorso verso il MoVimento Cinque Stelle, che lo porti dal sostegno elettorale, all'attivismo sul territorio e in ultima analisi, alla concreta trasformazione del nostro Paese.

domenica 22 marzo 2015

La rivoluzione della normalità

La rivoluzione della normalità

L'insostenibilità del modello industriale, basato sul paradigma della crescita continua, è evidente e si accompagna oggi ad una crisi finanziaria senza precedenti nel nostro Paese. 
Questo modello ha colpito in particolare la Puglia, deturpandone le bellezze e danneggiando la sua tradizionale economia. Occorre quindi ripartire proprio dalle tradizioni e dal territorio per individuare un modello alternativo, capace di liberare la Puglia da mezzo secolo di ricatto occupazionale e di restituire ai pugliesi il benessere e la democrazia che meritano.
La “rivoluzione della normalità” proposta dal M5S per il cambiamento in Puglia, ha nella cultura il suo pilastro principale. La grande ricchezza culturale pugliese, materiale e immateriale, costituisce la fonte inesauribile a cui attingere per rilanciare il turismo in costante crescita nell'intera regione. Per fare questo occorre imporre alla macchina amministrativa regionale, rigore morale, onestà e meritocrazia, indispensabili a perseguire l'interesse dei cittadini.
I pugliesi sono chiamati a trasformarsi da elettori, tirati per la giacchetta da partiti e uomini politici senza scrupoli, in cittadini attivi e protagonisti del proprio futuro. Al M5S e ai suoi portavoce, il compito di snellire la burocrazia, avviare automatismi di “trasparenza” amministrativa e favorire processi virtuosi di democrazia e di bilancio partecipato in grado di coinvolgere strati sempre più ampi della popolazione nella gestione della cosa pubblica.


mercoledì 11 marzo 2015

Politica e democrazia

“La prima definizione di "politica" (dal greco πολιτικος, politikós) risale ad Aristotele ed è legata al termine "polis", che in greco significa città, la comunità dei cittadini; secondo il filosofo, "politica" significava l'amministrazione della "polis" per il bene di tutti, la determinazione di uno spazio pubblico al quale tutti i cittadini partecipano”. Questa la definizione di “Politica” fornita da wikipedia che poi alla voce “Democrazia” riporta:
“La democrazia (dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere) etimologicamente significa "governo del popolo", ovvero sistema di governo in cui la sovranità è esercitata, direttamente o indirettamente, dall'insieme dei cittadini.”
La politica quindi è lo strumento per mezzo del quale si ricerca un momento di sintesi delle più varie e differenti istanze provenienti dai membri di una comunità e la democrazia è uno dei tanti possibili sistemi mediante i quali la politica esplica la funzione che le è propria.
Nei sistemi democratici come il nostro, i membri di una comunità scelgono fra di loro un certo numero di persone e le delegano a rappresentarli nelle istituzioni. Negli ultimi anni però,  questo meccanismo si è progressivamente deteriorato, fino a determinare quello che si potrebbe definire un eccesso di delega. I membri della comunità limitandosi a scegliere i propri rappresentanti senza però chiedere conto a questi del loro operato hanno, di fatto, consentito ai loro delegati di potere stravolgere il senso originario della “Politica” e della “Democrazia”. Perché, attenzione, non è “politica” solo  operare materialmente nelle strutture deputate, è “politica”  soprattutto  l'occuparsi in qualche modo di come vengono gestite le istituzioni della comunità, quelle centrali come quelle territoriali; in tal senso "fa politica" anche chi, subendone effetti negativi ad opera di coloro che ne sono istituzionalmente investiti, scende in piazza per protestare. Insomma, la politica in senso generale è l'occuparsi del bene pubblico e dello Stato nel senso più ampio, dalle sue forme più “elevate” fino alle, apparentemente, più banali, come raccogliere una carta da terra e metterla nel cestino, rispettare un semaforo rosso etc, etc.
Diventa di fondamentale importanza favorire in tutti i modi la rinascita di una coscienza civica in ognuno di noi, rinsaldare il senso di appartenenza alla comunità, riacquistare i valori di responsabilità e di rispetto verso le regole, nella consapevolezza che l’interesse generale così conseguito, è, in ultima analisi, l’autentico, vero interesse di tutti. Riprendere in mano il controllo della cosa pubblica significherà anche colmare la siderale distanza che ormai il cittadino prova per lo Stato, avvertito ormai come qualcosa di estraneo quando non addirittura antagonista.

domenica 1 marzo 2015

Noi, l'ISIS e la cultura


Mia figlia, che non ha ancora compiuto dieci anni, vedendo al telegiornale i "trogloditi" dell'ISIS distruggere, con pale e picconi, statue ed opere d'arte antiche è scoppiata a piangere. 

Certo l'ISIS ha dimostrato ben altra efferatezza, ma non nascondo che anche io ho trattenuto a stento le lacrime.

Sono andato oltre la rabbia, ho preso spunto da quelle immagini ed ho iniziato a riflettere.

Noi come ci comportiamo con i nostri tesori, con le nostre opere d'arte, con i nostri reperti archeologici? 

Siamo sicuri di avere la coscienza a posto per poter condannare questo immenso crimine?

Cosa facciamo noi per tutelare i siti neolitici su cui le città baresi sono costruite?

La ruspe e il cemento che hanno distrutto gli insediamenti neolitici a Palese, sono più nobili delle pale e dei picconi dell' ISIS?

In questi mesi in cui ho lavorato alla sintesi del programma del MoVimento Cinque Stelle per la Regione Puglia, mi sono confrontato con tanti esperti del settore ed ho compreso come la Puglia sia tanto ricca di beni storici, archeologici e culturali, quanto incapace di farli fruttare e purtroppo anche di tutelarli.

In questi anni cemento e speculazione si sono contrapposti alla cultura con ferocia e miopia non meno esecrabile di quella dimostrata dall'ISIS. Il tutto è avvenuto sotto la responsabilità di una classe politica che ha considerato la cultura, come "capitolo di spesa" a cui attingere fondi per il sostentamento delle proprie clientele elettorali. Con quei soldi è stato pagato anche il silenzio dei media e di molti intellettuali, mentre i cittadini, sotto il ricatto del lavoro, accettavano con rassegnazione.

Ma oggi è possibile invertire la direzione sbagliata intrapresa.

C'è una forza politica, il MoVimento Cinque Stelle, che ha dimostrato con la propria coerenza di essere capace, credibile e di voler perseguire realmente l'interesse dei cittadini. L'unica con una visione globale, con una "exit strategy", in grado di condurre il nostro Paese fuori dalla crisi, nella democrazia e nella trasparenza.

Noi pensiamo che in Puglia si debba promuovere il recupero e la valorizzazione economica e sociale degli asset culturali del nostro territorio. Occorre che attraverso, processi trasparenti e partecipati, i cittadini e le loro associazioni, individuino siti storici, archeologici e culturali in grado di generare valore aggiunto. Antiche necropoli, insediamenti ellenici, romanici, medievali, masserie fortificate, monumenti, pinacoteche, musei, eventi artistici, culturali e religiosi, itinerari gastronomici, sono occasioni di sviluppo da non perdere per il rilancio della Puglia.

Attraverso la costituzione di un fondo, aperto anche ai contributi dei privati, vogliamo finanziare progetti, finalizzati a portare alla luce, riqualificare, conservare i beni o promuoverli per generare valore economico e sociale. La ricaduta economica ed occupazionale sul territorio deve essere un criterio con cui valutare i progetti, per raggiungere il potenziamento dell’offerta turistica, la sua diversificazione e soprattutto la sua destagionalizzazione.

Integrare il patrimonio culturale nella vita economica del territorio, farlo conoscere ed apprezzare costituiscono indissolubilmente l'unico modo "sostenibile" per conservarlo.




venerdì 13 febbraio 2015

Facciamo chiarezza sul M5S

Il M5S si batte per liberare la politica da una classe dirigente che ha dimostrato, negli anni, tutta la sua incapacità a governare il paese. 

Il problema non è l'onesta dei singoli politici quanto la corruzione sistemica dei partiti, gli intrecci di potere ed il traffico d'influenza. 

Nel M5S la proposta politica nasce dai cittadini che si riuniscono nei Meetup per elaborare soluzioni e prospettive. Anche i nostri candidati sono semplici cittadini, eletti con suffragio universale da tutti gli attivisti certificati del M5S. I nostri candidati sono TUTTI "sconosciuti alle Procure", che si prestano a portare nelle istituzioni la voce del MoVimento. 

Nel M5S non esiste, come negli altri partiti, il professionismo della politica. Ciascuno di noi può svolgere al massimo due mandati elettivi. La carica pubblica è intesa da noi come "vero" servizio alla comunità e per questa ragione ci autoriduciamo lo stipendio di oltre il 50%. Noi rinunciamo "da subito", senza attendere leggi speciali, al finanziamento pubblico dei partiti, ai vitalizi ed ad ogni altro privilegio della casta.

Noi del M5S crediamo nella democrazia diretta in cui i cittadini, attraverso le tecnologie disponibili, contribuiscono attivamente alla vita politica del Paese, informandosi per partecipare consapevolmente alla soluzione dei problemi.

Il M5S è consapevole dell'importanza dell'informazione nella creazione della coscienza critica dei cittadini. Per questa ragione ci battiamo contro l'attuale sistema televisivo e mediatico che è assolutamente inadeguato alle sfide morali, che la situazione economica italiana impone. Notizia di questi giorni è che siamo classificati al 73° posto nella classifica mondiale della libertà. Solo tre anni fa eravamo al sessantesimo posto.
Per tutta risposta i giornalisti della carta stampata e delle televisioni, nel tentativo di difendere la loro "casta" ed i loro privilegi, ci rappresentano in maniera distorta all'opinione pubblica.

Per questa ragione chiediamo ai cittadini italiani di avere uno scatto di orgoglio nazionale ed avviare un percorso di consapevolezza e partecipazione politica, che partendo dall'informazione, li porti a una scelta ragionata dei loro rappresentanti nelle istituzioni.

Mi onoro di essere stato candidato a portare la voce del M5S nella Regione Puglia.