Quando parliamo di Banca d'Italia la cosa più importante da dire è quella meno nota.
Bankitalia è una SPA che attraverso la catena del valore, costa al sistema Italia 2,2 miliardi di Euro l'anno, di cui oltre 623 milioni di euro in stipendi ed emolumenti a dipendenti
Certo è una Istituzione molto importante, con tante sedi, tanti dipendenti (e tanti privilegi: stipendio medio superiore 85.000 euro lordi!), ma bisogna anche dire che il suo compito principale dal 2013 è quello di "vigilare" sulle altre banche italiane.
E questo è il punto!
Prima di procedere oltre nel ragionamento è bene ricordare anche che negli ultimi 2 anni le "banche allegre", hanno bruciato in complesso oltre 100 miliardi di euro, di cui una parte era dei risparmiatori a vario titolo (azionisti ed obbligazionisti più o meno al loro insaputa!) ed una parte dei contribuenti. Anche di chi il conto in banca non ce l'ha, anche di chi ogni giorno lotta per mettere il piatto a tavola.
Detto questo credo che nessuno, forse nemmeno il Governatore Ignazio Visco, dubita sull'inefficienza della Banca D'Italia a svolgere il proprio ruolo di controllo.
Ciascuno invece ha una propria posizione sulle responsabilità. Chi da la colpa a Visco, chi ai politici, chi all'usciere del III piano che gli sta antipatico.
Opinioni legittime quanto campate in'aria dal momento che la riservatezza dell'Istituto è uno degli altri compiti di Bankitalia, questo si, svolto con maniacale efficienza.
L'opacità è totale al punto che il M5S ha dovuto chiedere una commissione parlamentare con poteri speciali, come quelli assegnati alla magistratura, per riuscire a capire cosa non ha funzionato, chi ha preso i soldi (i nostri soldi!) e per farne che uso.
L'argomento è così imbarazzante che in tanti si sono opposti, compreso il suo attuale presidente Pierferdinando Casini. Se non puoi vincere un nemico meglio allearsi e diventarne il capo.
Forse l'inefficiente vigilanza non è la causa della crisi bancaria, ma sicuramente non ha contribuito ad evitarla ne tantomeno a mitigarne le conseguenze.
E' altrettanto chiaro che l'omessa vigilanza richiama alle loro responsabilità i partiti di governo e quelli di finta opposizione il cui tentativo di smarcarsi, fischiettando è ridicolo.
Ricorda tanto il bellissimo sketch di Totò, altrettanto comico, in cui il Principe De Curtis, dopo aver preso tanti schiaffi da un bruto che lo aveva scambiato per "Pasquale", si smarcava dal torpore e dall'apatia, con l'ormai celebre battuta: "E che sono Pasquale?".
Ma Renzi è "Pasquale" e la Boschi se non è "Pasquale" ne è quantomeno la figlia.
Anche Berlusconi, dopo aver affidato a Rocco Palese alla Camera la difesa d'ufficio di Ignazio Visco, ha "fischiettato" nel tentativo di far dimenticare a tutti che sei anni fa era lui "Pasquale", quando aveva nominato Visco a "governare" la Banca d'Italia.
Ovviamente c'è poco da ridere e questi personaggi d'avanspettacolo hanno fatto il loro tempo.
Presto saremo chiamati alle urne e ciascuno di noi a "Pasquale", potrà schiaffeggiarlo sino saziarsi, di ogni torto subito.
Presto saremo chiamati alle urne e ciascuno di noi a "Pasquale", potrà schiaffeggiarlo sino saziarsi, di ogni torto subito.