giovedì 9 novembre 2017

Nella vita ci vuole fortuna!

Kevin Spacey nella vita di fortuna ne ha avuta tanta, ma non abbastanza.

Se fosse stato un cittadino italiano, oggi si aprirebbero per lui le porte della carriera politica.

Con le accuse di molestie sessuali e le elezioni alle porte, i partiti italiani farebbero a gara per candidarlo nei collegi uninominali.

Dal momento che con il "rosatellum bis", vale tutto,  il "Partito Porcelloni Impenitenti", può coalizzarsi tranquillamente con il "Partito Porci a Casa". Tanto le poltrone si dividono con calma la sera del voto, dopo la chiusura dei seggi. Alla faccia degli elettori che la volevano cotta e di quelli che la preferivano cruda.
Certo c'è sempre il rischio che il giorno dopo il candidato venga arrestato. Ma i partititi che ci perdono?  Possono in base alla convenienza, gridare allo scandalo, come ha fatto ieri il PD con Cateno De Luca. Oppure invocare la superkazzola della "giustizia ad orologeria" o quella della "garantismo" o entrambe, in attesa della prescrizione.

E allora Kevin sarebbe in Italia il benvenuto, non solo in Forza Italia, dove il suo vizietto è considerato addirittura una virtù, ma anche nel PD e nella sinistra, sempre a caccia di "personaggi noti" della società civile. Anche la Lega, in piena campagna acquisti un pensierino, sono sicuro, ce lo farebbe.
Con un po' di fortuna Kevin, se fosse italiano, avrebbe potuto lasciare Hollywood per Montecitorio o ancora più in alto, come insegna la storia di Silvio Berlusconi.

Invece no, poverino è statunitense e i suoi concittadini non attendono le sentenze dei tribunali per prendere le distanze, applicano immediatamente il "buon senso" che noi italiani, purtroppo abbiamo perso.

Qualcuno ci ha aiutati a perderlo? Vero!
Ma questa è un altra storia, che forse racconterò. Chissà!


lunedì 6 novembre 2017

Siamo cittadini, ma non abbiamo l'anello al naso!


I confronti in TV non hanno senso con uno sfidante quando si è più forti. Anche se li vinci non guadagni nulla!

Il MoVimento non deve elemosinare passaggi televisivi, deve essere trattato al pari degli altri, come accade nei paesi democratici.

Il PD oggi ha un terzo dei voti del MoVimento ed è diviso in almeno tre parti, di cui Renzi non ne controlla nemmeno una.
Al varco nel suo partito, non sono solo Michele Emiliano ed Andrea Orlando ad attenderlo, ma anche i pezzi da 90 che nelle primarie lo avevano sostenuto: Franceschini, Gentiloni, e persino la stessa Boschi (che aveva sfidato Di Maio ad analogo confronto!).

Invece Di Maio guida il MoVimento forte dell'investitura dei suoi iscritti ed oggi, anche di un ottimo risultato in Sicilia e ad Ostia.
Una forza politica, che ha già dimostrato nei fatti la propria coerenza e che ora si presenta con un programma elettorale valido agli italiani. Un leader che non ha quindi nulla da temere, checché ne dica Matteo Renzi nel tentativo estremo, ma comprensibile, di risollevarsi.
Credo che la scelta di Luigi Di Maio sia giusta e ragionata, accompagnata anche dalla naturale ritrosia di un "cittadino per bene" a mostrarsi, "quando non indispensabile", vicino ad un uomo come Matteo Renzi.

Un confronto televisivo che in quei cittadini che guardano la politica durante lo "zapping", confermerebbe l'idea che il M5S è oramai come gli altri partiti. Un idea ERRATA che il mainstream cerca di accreditare e che ha già dato i suoi frutti avvelenati, tenendo a casa alle elezioni siciliane oltre la metà degli elettori.

Ci andasse lui su quella "poltrona amica", e si godesse quella che potrebbe essere la sua "ultima volta", non certo la prima.

Bravo Luigi Di Maio hai fatto bene!

sabato 4 novembre 2017

Il Marchese del Grillo domani va a Palermo


Il Marchese del Grillo, interpretato da Alberto Sordi, scopre suo sosia, un uomo della plebe, semplice e sottomesso, un "carbonaio". Decide allora di giocare uno scherzo alla sua nobile famiglia, fa rapire il carbonaio quando è ubriaco e lo fa portare nella sua abitazione, dove i ruoli tra loro si scambiano.

Domani ogni siciliano semplice e modesto, che si era addormentato guardando la TV, ubriaco di bugie e silenzi, si sveglierà nobile e potente. Per poche ore non sarà più vittima dell'oligarchia politica/mafiosa, molto simile alla nobiltà feudale di un tempo. Sarà un cittadino con il "pieno diritto" di determinare il proprio futuro. Recandosi alle urne avrà la possibilità di scegliere tra due differenti proposte:
1) Votare il MoVimento Cinque Stelle, cittadini onesti, prestati alle istituzioni per portare avanti un programma di cambiamento sostenibile, con al centro gli interessi dell'isola e di TUTTI i suoi abitanti. Un progetto che lo vedrà coinvolto come protagonista, padrone del proprio destino.
2) Votare uno qualsiasi degli altri partiti, TUTTI UGUALI, che garantiscono lo status quo dell'isola ed i privilegi economici mafiosi consolidati da anni. Potrà così tornare alla vita sottomessa di sempre, a "spalare carbone", a lamentarsi e ad abbaiare alla luna.
 

venerdì 3 novembre 2017

Firma o non firma? Certo che firma!

Come prevedibile il Presidente ha firmato la legge elettorale.

Non ha ritenuto "fondati" i dubbi d'incostituzionalità della Legge, sostenuti dal #M5S e dalla comunità scientifica al completo.

Era prevedibile, non solo per la natura dell'uomo, quanto per la continuità con la medesima scelta fatta due anni prima, quando aveva avvallato una legge elettorale l'italicum, che presentava gli stessi vizi. Non firmarla avrebbe costituito per lui una manifesta "incoerenza", se non addirittura la malafede.

Anche questa volta una scelta nella sostanza dissennata quanto formalmente ineccepibile sul piano giuridico.

Sempre più forte appare l'esigenza di un controllo preventivo di costituzionalità delle leggi, tarato sui valori morali degli uomini contemporanei, evidentemente differenti da quelli che la Costituzione scrissero.

Ora la democrazia è nelle mani degli italiani!