venerdì 22 settembre 2017

Oggi qualcuno scopre che i migranti nei campi profughi libici vengono violentati, ammazzati di botte prima di morire di fame e sete.
Credevate davvero che la priorità di Minniti, il Putin de noaltri, nel fare accordi con i comandanti libici fosse quella di salvare vite umane?
Per i partiti di governo il fiume in piena di immigrati che attraversavano il canale di Sicilia, non era un problema in se, quanto una seria ipoteca sulle imminenti elezioni politiche.
PD, AP & Company, avrebbero continuato volentieri ad incassare le generosissime stecche di chi, sulla pelle degli immigrati, aveva creato un business niente male. Un attività più redditizia e meno rischiosa di quella della droga: la gestione "umanitaria" dei richiedenti asilo.
I poveri cristi sarebbero continuati a sbarcare in Italia, come preteso da Renzi negli accordi con i partner europei, le cooperative avrebbero continuato ad incassare i soldi della UE per mantenere immigrati fantasmi che nel frattempo si erano dileguati. Se i nostri confinanti non se ne fossero accorti e non avessero sospeso il trattato di Schengen, chiudendo le loro frontiere, e bloccando sul nostro territorio Dio solo sa quanti clandestini, nessuno si sarebbe mosso a sigillare in fretta e furia la nostra frontiera.
La situazione andava più che bene anche alla destra, l'attuale finta opposizione, dove anche chi non partecipava direttamente al banchetto, aveva un ottimo argomento di propaganda politica per continuare a sedersi sulle poltrone dei talk show, in attesa dell'alternanza.
Invece non è andata così ed il problema è esploso nelle mani della classe politica più cialtrona che mai il nostro Paese abbia conosciuto.
I Politici hanno (mal)governato i flussi, con un occhio al portafoglio (il loro!) e l'altro ai sondaggi, alternando negli anni un insulso buonismo ad un altrettanto becero populismo. Un comportamento criminale responsabile sia delle sofferenze dei migranti, quanto ora della xenofobia dilagante.
Un sentimento sbagliato in assoluto, conseguenza però comprensibile e ampiamente prevedibile, di politiche dissennate e di politici altrettanto inadeguati. Qualcosa che soltanto intellettuali da quattro soldi e politicanti da operetta possono pensare di cancellare con una scrollata di spalle, o con invettive provocatorie che pongono in ridicolo insieme al nostro Parlamento, la democrazia del nostro Paese.
Noi italiani che abbiamo la responsabilità di aver scelto quei governanti, dopo aver compreso l'errore commesso, dovremmo evitare di cadere nuovamente nella trappola della retorica.
Purtroppo non solo i media, ma anche sui social si assiste a una stupida divisione tra chi vorrebbe mandar via i migranti, non si sa bene dove, non si sa bene come e chi invece ritiene “dovere morale” accoglierli, senza chiedersi quanti ne possiamo ospitare, se abbiamo le risorse per farlo, ne come farlo.
Un dibattito in cui anche le zanzare assumono tristemente la loro importanza, che si mischia con l’obbligo vaccinale, con la scuola, con la insicurezza e la disorganizzazione generale dello Stato.
Insomma un groviglio inestricabile che fa bene solo ai cacciatori professionisti di voti, quelli che non si pongono, dopo l’elezione, nessun problema di coerenza con i programmi e le promesse elettorali e che perciò possono promettere di far volare gli asini, sicuri di trovare abbastanza stolti che ci credono.


Io da questo dibattito inconcludente mi ritiro riservandomi di organizzare sul tema incontri e dibattiti in cui far conoscere la soluzione del #M5S che, al momento è l’unica seria, sostenibile e priva di retorica ideologica.


Primum vivere deinde "governare"

La strategia piddina della nuova legge elettorale il c.d. Rosatellum 2.0, è chiara: agevolare la formazione di una robusta coalizione di centro-destra.

Matteo Renzi si è convinto della impossibilità di vincere le elezioni ed ha scelto quello che per lui è il male minore.

Piuttosto che cedere il passo al MoVimento Cinque Stelle ha preferito agevolare Berlusconi, garanzia per la partitocrazia di restare in sella. Contando sulla sua giovane età, fra cinque anni, pensionati i suoi peggiori nemici interni, potrà sempre godere della riconoscenza del Ex Cavaliere (o dai suoi eredi!).

Smettere ogni stupida diatriba, concentrasi sul mostruoso scenario che incombe è prioritario.
Non ci sarà più nulla da migliorare nel MoVimento se perderemo questa che si annuncia come la "madre di tutte le battaglie".

Serrare i ranghi!

venerdì 8 settembre 2017

Vaffanculo

Il vaffanculo di dieci anni fa non era una protesta, uno sfogo di cittadini frustrati ma l'interruzione definitiva del dialogo tra quei cittadini e una classe politica, che aveva un nome ed una connotazione precisa: "la kasta".
Era la presa d'atto di una parte sempre più consistente dei cittadini italiani che il sistema politico della delega non era più sostenibile, l'autocoscienza che l'unica alternativa era rimboccarsi le maniche e cacciare dalle istituzioni i predoni.
Quel vaffa fu sottovalutato dai politici presi come al solito, dalle loro manovre di palazzo, dalla spartizione di poltrone. Una fortuna inaspettata per un nascente movimento che sarebbe stato spazzato via se solo quella gentaglia avesse compreso da subito, la portata politica del nostro gesto.
Immaginate se l'attuale offensiva mediatica, a testate e reti televisive unificate, fosse arrivata, prima che il #M5S avesse potuto dare prova della propria coerenza, rinunciando agli stipendi, ai rimborsi elettorali e ai tanti privilegi. Se Di Battista, Di Maio, Fico e tantissimi altri noti e meno noti, non avessero avuto l'occasione di dimostrare che semplici cittadini, onesti e motivati, possono guidare il nostro Paese meglio dei "professionisti". Oggi il MoVimento non esisterebbe o avrebbe un peso marginale nella politica. Invece no!
I media, liberi una volta tanto, non censurarono quell'evento, anzi alcuni di loro, nel tentativo maldestro di trarre profitto, diventarono megafono di quel che accadeva, contribuendo senza volerlo al successo del MoVimento.
Anche l'intellighenzia ribelle che, dalle comode poltrone dei Talk Show, criticava il potere, pensò a quella piazza come ad una delle tante da cavalcare, per continuare a meritarsi lo stipendio che ogni finta democrazia riserva ai "rivoluzionari istituzionalizzati". Penso a Santoro, Lerner, Stella ed altri che da una vita erano la spina nel fianco della kasta e che da una vita continuavano ad esserlo senza sortire alcun effetto.
Ancora oggi rido pensando all'inettitudine di "Fassino" che arrivo persino ad indicarci la strada. "Si faccia un partito" gridò a Beppe Grillo che forse sino a quel momento non ci aveva ancora pensato.
Dopo il botto alle elezioni siciliane che solo Napolitano non aveva sentito ed il successo alle politiche del 2013, si svegliarono. Ancora intontiti, alcuni di loro pensarono di inglobarci ed invitarono il M5S al banchetto. Antropologicamente diversi, non si aspettavano il rifiuto di tradire i cittadini e spartire poltrone "come fan tutti". Tentarono di depotenziare il MoVimento affidando il potere ad un comico, Matteo Renzi. Come se il successo del MoVimento venisse dalla professione di Beppe Grillo, invece che dalla sua straordinaria capacità di intuire le cose.
Renzi il rottamatore fu contrapposto a Grillo, ma le parole non bastarono, così come non bastarono 80 euro al mese per comprare elettori che non tardarono poi a dargli il benservito.
Ed ora siamo qui a metà del guado, il punto più pericoloso della traversata, quello in cui onde e venti sono più forti. Ma il punto in cui siamo è anche la condizione ideale perché ogni cittadino scelga in libertà dove andare. La paura di perdere quel poco che ci è rimasto non può a questo punto più condizionarci, giacché il rischio di perdere tutto nel tornare indietro o proseguire è matematicamente identico.
Per quanto mi riguarda non ho più dubbi, indietro non c'è nulla!