giovedì 30 aprile 2020

Tutto aperto, tutto chiuso

Gli italiani rispetto alla gestione della pandemia COVID19 si sono purtroppo divisi. Certo non era il momento migliore, ma si sa noi italiani siamo fatti così!

C'è un segnale però da cogliere: la divisione, questa volta, non è riconducibile alla politica, anzi i "partiti tradizionali" faticano ad orientarsi e continuamente si contraddicono, nel tentativo di strumentalizzare anche questa tragedia.

C'è chi tra noi reclama prudenza e progressività nell'uscita dal lockdown e chi invece è convinto che sia già arrivato il momento di tornare alla vita di sempre. Questi due schieramenti con le loro motivazioni più o meno condivisibili, sono destinati naturalmente a sgretolarsi nell'approccio ad altri temi, perché ovviamente differenti saranno le sensibilità ed i punti di vista.

Sono i prodromi di un modello di democrazia avanzato, quello in cui cittadini informati si confrontano sui temi e, attraverso una piattaforma tecnologica, decidono la soluzione? 
Non lo so, forse è presto per dirlo!
Certo però sono innegabili i sintomi di una rinnovata voglia di partecipare alla vita "Politica" che si aggiungono alla estrema variabilità dei responsi elettorali in questi ultimi quindici anni. 

Una spiegazione anche per la sempre più marcata disaffezione al voto che non può più essere ricondotta solo ed esclusivamente alla evidente inaffidabilità dei partiti, ma anche, almeno in parte, al rifiuto del "pacchetto unico" in cui contenere le diversificate aspettative dei "singoli" cittadini.

La risposta all'individualità degli elettori sino ad ora è stata gestita dalla classe politica, attraverso tecniche derivate dal marketing e dalla comunicazione, sempre più sofisticate. Qualcosa che ha trasformato i partiti alla stregua di prodotti; detersivi tutti uguali tra loro, tutti incapaci di togliere le macchie per le quali sono stati acquistati. 

Ma così come l'individualità dei cittadini, la loro operosità, costituisce un valore economico per la società, allo stesso modo l'individualità degli elettori può trasformarsi in un valore sociale non meno importante per la collettività: la felicità.

Nella storia ogni tentativo di fermare questo genere di transizioni verso forme più spinte di democrazia si è rivelato inutile, ed ha generato solo sofferenze se non addirittura accelerato le spinte evolutive.

Meglio allora accompagnare i processi evolutivi della partecipazione, migliorando l'informazione dei cittadini e la loro formazione culturale. Entrambe indispensabili a ciascuno per la formazione di quel libero convincimento che è alla base della qualità della partecipazione dei cittadini.
Tecnologie e strumenti per supportare la democrazia esistono da tempo e tutti abbiamo avuto occasione di utilizzarli in questo periodo di pandemia.

Quello che manca sono riforme per liberare l'informazione dai rigidi schemi elaborati durante il fascismo nel nostro Paese e mantenuti pressoché inalterati, sino ad oggi. Politiche per restituire alla scuola ed all'università il ruolo che gli è proprio in una società moderna.
Riforme atte a ridurre sempre più l'intermediazione politica dei partiti con il corpo elettorale, man mano che la partecipazione informata dei cittadini sarà sempre più in grado di assumere la responsabilità "diretta" delle scelte.

Questo è la visione del MoVimento Cinque Stelle, il "sogno" che mi ha spinto a farne parte anni fa e che ogni giorno che passa mi sembra più reale.

mercoledì 22 aprile 2020

Lo strano caso di Benvenut Jetton

Il #Moviment5Stelle denuncia l'oscuramento illegittimo e pretestuoso, dei lavori delle commissioni consiliari al #ComuneDiBariLeggi il post ufficiale

Chi ieri ha guardato la diretta Parlamentare avrà certamente notato come i politici nazionali cercano legittimamente di approfittare delle telecamere, per sfoggiare tutta la loro abilità oratoria.
Resta incomprensibile come nel Consiglio Comunale di Bari invece, i politicanti locali "in carriera" che tanto investono per la loro elezione, rinuncino all'occasione imperdibile, offerte dalla trasmissione in streaming, per farsi apprezzare con le loro performance. Ancor più strano che alcuni di loro addirittura, "brighino scorrettamente" per impedire ai cittadini di vederli all'opera.
Anche la "timidezza" degli esponenti d'opposizione lascia perplessi. Chissà cosa penserebbero i loro leader nazionali: Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi, se li vedessero così pavidi e rinunciatari?
Qualcosa però sfugge perché se di timidezza si trattasse, saremmo di fronte ad un epidemia, meno preoccupante del COVID19, ma sicuramente più estesa. Una introversione inconciliabile con il "mestiere della politica", tanto più per chi si appresta a correre alle elezioni regionali, veri e propri masochisti e recidivi.
Io per la mia esperienza di cittadino che di tanto in tanto partecipa personalmente come uditore ai lavori di commissione, credo che il rifiuto di apparire sia riconducibile piuttosto, alla volontà di celare un andazzo poco edificante, più volte tratteggiato in inchieste giornalistiche: "La Gabbia", "Non è l'arena", etc.
Insomma la chiave di lettura di questo incomprensibile blackout della politica barese sta nel desiderio condiviso trasversalmente, di incassare il "gettone di presenza" senza sbattersi troppo a studiare ed elaborare soluzioni per la città di Bari.
Un applauso ai Consiglieri #CinqueStelle che da sempre rifiutano e denunciano "andazzi strani" e coerentemente oggi si battono per la pubblicità dei lavori.


lunedì 20 aprile 2020

Luglio, col bene che ti voglio Vedrai non finirà...

Che furbata andare a votare a Luglio!
Qualcuno che normalmente avrebbe fatto carte false pur di prolungare la durata del proprio mandato, oggi improvvisamente si palesa come paladino della "democrazia" formale" e briga per far cambiare idea al governo nazionale, sullo slittamento delle elezioni.
Chi vuole anticipare il più possibile il voto, spera di cogliere un vantaggio tattico, nel prevedibile record delle astensioni e chiudere anticipatamente la partita della propria rielezione.
Alla fisiologica disaffezione al voto dei mesi estivi si aggiungerebbe, questa volta la paura sensata di esporsi "inutilmente" al rischio di contagiarsi.
Una paura che vincerebbero ovviamente le vaste clientele
che in questi anni hanno profittato del governo regionale e quelle clientele (non meno squallide!) che sperano in maggior fortuna nel possibile cambio di fronte.
Senza remore andrebbero a votare chi per meschinità o disgrazia è abituato a vendere il proprio voto.
Andrebbe a votare chi poverino vive nelle tante zone del nostro Paese, controllate militarmente più dai clan che dallo Stato. Clan che come spesso accade (anche in Puglia!) appoggiano le coalizioni amiche.
Tutta gente sulla quale io non conto!
I miei elettori sono tutte persone per bene, stufe di essere vessate, ma anche deluse da una politica, a volte anche dalla nostra, che purtroppo non ha la bacchetta magica sebbene abbia fatto miracoli.
Molti di loro non hanno coraggio ed io non li giudico perché il coraggio - scriveva Manzoni - "uno, se non ce l'ha, mica se lo può dare".
Preferirei per i miei elettori maggior serenità e più tempo per valutare attentamente ciò che è meglio per la nostra regione, in libertà e coscienza.
Evidentemente le forze avverse alla coalizione #5stelle che io mi accingo a rappresentare, contano su quelli che andranno a votare a Luglio per imporre alla Puglia altri cinque anni di "nulla".
Confido in quella "sostanza della democrazia" in cui tante volte il nostro premier Giuseppe Conte ha mostrato di credere e nella fermezza del #M5S.
In ogni caso ve lo assicuro, forte sarà il mio cuore e fermo il mio braccio.