mercoledì 6 marzo 2019

Il giorno del diritto ritrovato

Oggi un grande giorno, dopo sei anni di lotta il reddito di cittadinanza è realtà anche in Italia.

L'idea che nella nostra società chi perde il lavoro, chi non riesce a trovarlo, sia vittima del sistema economico non è certo una novità.
Ricordo personalmente che già alla fine degli anni settanta se ne parlava e la tesi era sostenuta dalla sinistra e dai sindacati, sebbene le proporzioni del problema allora non fossero così gravi come oggi.
Poi purtroppo le cose peggiorarono con la fine dell'imperialismo sovietico ed il crollo del muro di Berlino. Al capitalismo la maschera dal "volto umano" non era più necessaria ed iniziò la corsa verso una globalizzazione senza limiti i cui effetti deleteri sono ora sotto gli occhi di tutti.

Anche la sinistra si trasformo liberandosi dal pesante fardello delle istanze di una classe sociale perdente, i poveri, quelli che una volta chiamavano proletariato. Si lasciò coinvolgere nell'orgia del potere berlusconiano, in un alternanza di governo e finta opposizione in cui i diritti di chi alla mensa del neoliberismo non trovava posto, furono scambiati con le elemosine di un stato sociale sempre più risicato.
Fu Beppe Grillo a recuperare il tema del reddito di cittadinanza ed il MoVimento Cinque Stelle alle sue prime elezioni politiche nel 2013, lo presento come punto di programma.

Questa fu la ragione che nel 2012 mi spinse ad entrare in politica ed a mettere la faccia per il cambiamento del Paese.

Quante volte in questi anni mi hanno detto che il reddito di cittadinanza era bellissimo e giustissimo ma non era possibile farlo in Italia, i poteri forti non lo avrebbero permesso mai.
Si sbagliavano perché si poteva fare e lo abbiamo fatto, ma avevano anche ragione, perché ora i poteri forti ce li abbiamo contro davvero.

Il MoVimento corre un grave rischio perché anche tante persone ragionevoli, o che in passato lo erano state, liquidano la questione "reddito di cittadinanza" con nonchalance.  Certamente vittime di un informazione distorta, si fanno megafono di un idea intellettualmente disonesta, strumentalizzare questa misura per ottenere la caduta del governo. Ma le conseguenze su cinque milioni di poveri nel nostro paese non possono essere considerate e giustificate, come "effetti collaterali" di una manovra politica per restaurare l'ancien régime.

Oggi con la domanda del reddito di cittadinanza oltre ad una protezione economica ciascun percettore vedrà riconosciuto il proprio status di vittima di un sistema economico, forse anche l'unico possibile, ma sicuramente imperfetto. Come cittadino fortunato che non ha bisogno del reddito di cittadinanza, sono orgoglioso di non essermi voltato dall'altra parte.

Sono  felice di essere dalla parte di una forza politica differente da tutte le altre per sensibilità e coerenza.

Ad maiora!