domenica 29 dicembre 2019

Ma che brutta giornata!

Siamo in un periodo strano, il futuro ci spaventa a tal punto da rifugiarci non tanto nei sentimenti, nel personale, quanto nella spensieratezza paranoica, in quella leggerezza pesante più di un macigno.
Cibo, gossip, tutto diventa mania pur di evadere dal reale, pur di non pensare e ripensare il nostro modo di essere e stare assieme.
A volte addirittura si deride chi si impegna, chi tenta di fare qualcosa per la collettività, come se quello della nostra società fosse un destino segnato.
E si appoggiano azioni (ed omissioni) per simpatia più che per convincimento.

Una sfiducia che si traduce anche in atteggiamenti religiosi intolleranti e dogmatici, molto più simili all'integralismo che ai dettami evangelici, una cristianesimo prét à porter di cui non si sentiva davvero il bisogno.

Non a caso i politicanti "professionisti" tentano di cavalcare questo sconforto generalizzato in cerca di un ingiusto tornaconto elettorale, corteggiando gli elettori invece di stimolare la loro cittadinanza.

Dobbiamo reagire a questa catalessi, rifiutare le campagne comunicative ed i messaggi privi di contenuti e se non sappiamo dietro chi andare, prendiamo la direzione opposta a quella in cui i pifferai magici ci spingono.

Salviamoci!

giovedì 12 dicembre 2019

Bella! Ciao?

Ma siamo sicuri che basti cantare "Bella ciao" per tenere lontano il fascismo?
I partigiani, ammesso che la cantassero, portavano a tracolla il mitra, strumento senz'altro più adeguato a convincere i nazifascisti. Non voglio certo invitare nessuno a mettere "mano alla fondina", ma solo evidenziare una contraddizione concreta: parlare di fascismo è inappropriato oppure inappropriato è il mezzo di lotta utilizzato per scongiurarlo.
In Italia non ci sono le condizioni per il ritorno del fascismo, abbiamo istituzioni forti (anche troppo!) e forze armate leali e ben controllate. Ammetto che le giovani generazioni abbiano scarse conoscenze di quanto accadde in Italia giusto cento anni fa, ma non credo che a ciò si possa rimediare con slogan ed adunate. Meglio sarebbe informare chi non sa, costruire quella consapevolezza dei propri diritti che è l'unico vero argine alle pulsioni antidemocratiche.
Ed invece un intellighenzia del tutto inadeguata ai tempi che corrono, partorisce la solita crociata, tenta di polarizzare l'elettorato e siamo alle solite: guelfi o ghibellini, destra o sinistra (alla faccia di Giorgio Gaber!).
Ma il peggio è che il centrosinistra non ha un programma e ripropone per il nostro paese ciò da cui erano scampati gli italiani il 4 Marzo del 2018: legge Fornero, tutela delle banche e degli interessi dei poteri finanziari, l'acciaio "alla tarantina", il TAV, economia del petrolio, le orgie di cemento, la prescrizione ed il bavaglio alla stampa. Tutto condito con l'ipocrisia e la retorica di sempre.
Certo ognuno è libero d'impiccarsi alla corda che più gli piace, ma perché trascinare con se l'antifascismo? Manco fossero loro i padroni del brand!
Come si fa a non capire che una proposta così squinternata è inaccettabile in un Paese che VUOLE il cambiamento, che aveva dato un preciso mandato al M5S per realizzarlo e che ora addirittura lo rimprovera (ingiustamente!) di non aver fatto abbastanza?
Presentare mediaticamente le elezioni come una specie di referendum fascismo/antifascismo, indipendentemente dal risultato, sdogana di fatto il fascismo. Dopo chiunque potrà rifarsi al risultato ottenuto per propagandare il fascismo e non ci sarà più nulla a poterlo impedire. Il fascismo da male assoluto come gli stesi eredi avevano ammesso, diventerà una delle opzioni in campo possibili per curare i mali del nostro Paese.
Non a caso Matteo Salvini non si affanna a smentire le accuse di fascismo e addirittura Giorgia Meloni, le rivendica per se dichiarandosi offesa dai canti partigiani. Tutta pubblicità elettorale gratuita per loro che potranno più facilmente intercettare quel 48% di italiani che, secondo l'ultimo rapporto annuale del Censis, vuole un «uomo forte al potere».
Attenzione perché Il fascismo non è arrivato al potere sulle sue gambe ma attraverso gli imperdonabili errori e la complicità di chi avrebbe dovuto contrastarlo.
A manovrare le masse si combinano, da sempre, i guai peggiori.

sabato 9 novembre 2019

Berlino e i buchi nel muro

Quest'estate sono stato pochi giorni a Berlino ma ho voluto visitare il "muro", il più importante monumento alla stupidità umana.

Quel muro è caduto da trent'anni mentre l'assurda divisione ideologica dello scorso secolo, resiste ancora alle intemperie ed ottenebra le menti di troppi. Quando ce ne libereremo potremo finalmente classificare le idee come giuste o sbagliate anziché di destra o di sinistra. Quando ce ne saremo liberati per davvero di quel muro, i partiti appariranno a tutti plasticamente per quello sono: organizzazioni autoreferenziali il cui unico obiettivo è l'occupazione delle poltrone e la spartizione del potere tra amici e finanziatori.

Conosceremo una nuova e più avanzata democrazia, quella delle idee!

Il confronto sarà solo ed unicamente nel merito delle proposte, i partiti spariranno ed i cittadini si coalizzeranno e divideranno sulle singole soluzioni dei loro problemi, senza preconcetti, appartenenze o bandiere e soprattutto senza bisogno di intermediari. 

Spariranno i "politicanti di professione", le loro clientele e le nuove tecnologie, la e-democracy, consentiranno la circolazione delle informazioni, daranno impulso a quella Intelligenza condivisa attualmente sopita, l'unica in grado di scegliere tra le opzioni nell'interesse generale e di affrontare le sfide che il nuovo millennio pone alla conservazione della nostra specie e del mondo intero. 

Ciascuno potrà partecipare alle singole scelte, assumendosi consapevolmente le proprie responsabilità anziché delegare ad altri in un processo di consapevolezza ed emancipazione senza precedenti nella storia dell'uomo. 

A chi pensa che tutto questo sia soltanto un sogno, dico che anche per gli abitanti di Berlino la caduta di quel muro era un sogno, così come era un sogno tutto ciò che il crollo di quel muro ha rappresentato per le generazioni che dal dopoguerra si sono succedute. 

Ma è proprio la caduta di quel muro che ci deve far riflettere da un lato sull'impossibilità per chi ha il potere di frenare il bisogno di democrazia e di libertà dei popoli e dall'altro sulla certezza del conseguimento degli obiettivi, anche i più ambiziosi, quando si è nel giusto.

#Coraggio, siamo sulla strada giusta!

giovedì 16 maggio 2019

Foresta Urbana a Bari

Oltre a manifestare insieme a Greta Thunberg possiamo fare qualcosa di concreto per l'ambiente?

Si, il 26 Maggio votiamo per il MoVimento Cinque Stelle!

Noi del MoVimento proponiamo (pag. 35 del  programma) un piano per la forestazione urbana di Bari, destinato a cambiare il volto della nostra città.

In dieci anni vogliamo piantare 300.000 alberi lungo le strade della nostra città, nei parcheggi, negli edifici pubblici e nei cortili delle scuole. Le aree verdi delimiteranno le zone periferiche sottraendo all'attuale degrado zone sempre più ampie della nostra città. Anche le parrocchie e i condomíni che lo vorranno potranno partecipare alla forestazione urbana di Bari, consentendo al Comune la piantumazione sui loro terreni.
Per la manutenzione del verde sarà utilizzato anche il lavoro dei percettori dell reddito di cittadinanza ed i detenuti che vorranno iniziare appositi percorsi di reinserimento sociale.

Orti urbani saranno dati in affidamento a privati cittadini ed associazioni che ne faranno richiesta.

Un progetto sostenibile economicamente, finanziabile con i contribuiti europei già disponibili, coerente con quelle politiche ambientali virtuose di cui il nostro pianeta e noi baresi in particolar modo, abbiamo assolutamente bisogno.

A Milano un progetto analogo prevede la piantumazione di 3 milioni di alberi, mentre in Gran Bretagna 50 milioni di alberi saranno piantati per il rimboschimento della Nuova Foresta del Nord.
In Brasile una zona deserta di 1.500 acri è stata trasformata in una foresta in soli 20 anni, grazie all'iniziativa privata di due coniugi.  http://www.beppegrillo.it/dal-deserto-alla-foresta-in-20-anni/ 

Cambiare rotta si può, cambiare rotta si deve!



martedì 16 aprile 2019

"Controllo vicinato" a Bari


Un esperienza partita negli Stati Uniti Canada è giunta in Europa ed in Italia conta oltre 1500 gruppi in 450 comuni italiani, che hanno migliorato la qualità della vita di 60.000 famiglie.
Abitanti che si incontrano ed imparano a scambiarsi informazioni utili tra di loro per proteggere il proprio territorio dai reati predatori, dalla microcriminalità. Senza intervenire direttamente, senza ronde o altre azioni pericolose per se e per altri cittadini, semplicemente segnalando efficacemente alla Polizia e facendo rete tra loro.
Noi al governo della città con #ElisabettaPaniSindaca promuoveremo queste forme di sicurezza partecipate che hanno costo zero per le casse del Comune e contribuiranno anche a #Bari a rafforzare la coesione sociale, ridurre la vulnerabilità delle nostre abitazioni ed aumentare la collaborazione dei cittadini con le forze dell'ordine.
P.S. Le associazioni sono APOLITICHE e collaborano con TUTTE le amministrazioni che hanno a cuore il bene delle loro comunità. Il #M5Sci tiene!
P.P.S Un po' di link utili per chi vuole approfondire anche se in rete troverete tantissima documentazione sulla validità di queste esperienze.

sabato 13 aprile 2019

La sicurezza a Bari

La sicurezza è un fattore fondamentale per la qualità della vita di ciascuno di noi.
La sicurezza urbana è definita dalla legge come bene pubblico al cui raggiungimento e conservazione sono chiamate tutte le istituzioni, ciascuno in base alle proprie competenze, in ogni ambito della vita politica Stato, Regioni, Comuni e Municipi.
Sulla qualità della vita incidono sia la mancanza di sicurezza, che la percezione d’insicurezza.
Fattore emotivo che non deve essere amplificato, né tanto meno strumentalizzato per scopi elettorali, ma che non può continuare a restare privo di risposte adeguate, da chi si propone di governare Bari.
L’aumento dell’illuminazione pubblica delle strade e dei parchi è una misura giudicata indispensabile dai cittadini ed in particolar modo dai commercianti. Noi la perseguiremo sfruttando le moderne tecnologie a basso consumo ed utilizzando fonti alternative per limitare al minimo i costi.
Aumenteremo il numero delle telecamere di sicurezza utilizzando i fondi messi a disposizione dal governo ed incentivando le installazioni private sul suolo pubblico, ma soprattutto metteremo la Polizia Locale nella condizione di monitorare le immagini nel rispetto della legge, potenziando le strutture tecniche ed assegnando le risorse umane indispensabili ai controlli.
Vogliamo ripristinare il vigile di quartiere, una figura che se ben formata ed addestrata, è capace di infondere fiducia nei cittadini e fungere da deterrente per i reati predatori e la microcriminalità. Un azione concreta di controllo per le strade, nei parchi, nei giardini, utile a contrastare gli atti vandalici che deturpando l’ambiente, gli arredi urbani, contribuiscono al degrado della nostra città.
Intendiamo promuovere un modello di Sicurezza Partecipata in cui la protezione è affidata alle forze di polizia, coadiuvate però dagli abitanti del territorio che attraverso programmi di formazione e sensibilizzazione alla “sicurezza urbana” ed in collaborazione con le forze di polizia, costituiscono quel tessuto informativo capillare che rendono efficace ogni intervento.
Supporteremo le cosiddette reti spontanee di “controllo di vicinato” che hanno già dato grandi risultati negli USA, nel Canada ed in Europa centrale e settentrionale e che in Italia, soprattutto al NORD, contano già più di 1.500 gruppi in 450 comuni e che migliorano la vita di circa 60.000 famiglie.
Associazioni informali tra abitanti del territorio: vicini di casa, condomini, negozianti che si scambiano informazioni tra loro, aumentando la coesione sociale e realizzando quella rete informativa utile alle forze dell’ordine.
Il modello di sicurezza partecipata, è bene dirlo con la MASSIMA CHIAREZZA, esclude ogni forma di intervento diretto dei cittadini, ogni partecipazione alle operazioni di polizia che restano di ESCLUSIVA competenza degli operatori professionali.
NO alle ronde, che aumentano la percezione d’insicurezza, si sono rivelate inutili quando non addirittura pericolose per i cittadini e di intralcio al lavoro della Polizia.
Forniremo alle “reti di controllo di vicinato” formazione periodica e ci attiveremo per avviare protocolli d’intesa con Prefettura e Forze dell’ordine.
La riorganizzazione della Polizia Locale, nell’ambito di un più generale intervento sull’intera organizzazione comunale di cui parleranno i miei colleghi, merita parlando di sicurezza un breve cenno.
Un dipartimento che ha bisogno di una guida politica stabile ed un comando a tempo pieno del personale che tutti i giorni mette a rischio la propria vita per contribuire la sicurezza di tutti noi cittadini.
Purtroppo non è scontato dirlo se pensiamo che in questi anni la delega alla Polizia Locale è rimasta in capo al Sindaco Antonio Decaro, insieme ad una decina abbondante di altri incarichi, che lo hanno distratto dall’importante funzione.
E scontato invece dire come tutto ciò abbia nociuto a Bari ed al suo corpo di polizia comunale.
Assumeremo nuovi agenti attraverso procedure di selezione meritocratiche e trasparenti, li addestreremo per potenziare l’organico e far fronte al bisogno di sicurezza dell’intera città.
Affideremo al Comandante il compito di procedere ad una riorganizzazione dei servizi ed una razionalizzazione degli impieghi degli agenti.
Procederemo di pari passo a migliorare le dotazioni individuali e quelle di reparto nonché le infrastrutture tecnologiche, adeguandole agli standard operativi più moderni.
Valuteremo la possibilità di avvalersi di tecnologie che basate sull’intelligenza artificiale consentono di razionalizzare gli impieghi operativi, la così detta polizia predittiva, già sperimentata in altre città come Milano Trento e Napoli.La sicurezza è un fattore fondamentale per la qualità della vita di ciascuno di noi.
La sicurezza urbana è definita dalla legge come bene pubblico al cui raggiungimento e conservazione sono chiamate tutte le istituzioni, ciascuno in base alle proprie competenze, in ogni ambito della vita politica Stato, Regioni, Comuni e Municipi.
Sulla qualità della vita incidono sia la mancanza di sicurezza, che la percezione d’insicurezza.
Fattore emotivo che non deve essere amplificato, né tanto meno strumentalizzato per scopi elettorali, ma che non può continuare a restare privo di risposte adeguate, da chi si propone di governare Bari.
L’aumento dell’illuminazione pubblica delle strade e dei parchi è una misura giudicata indispensabile dai cittadini ed in particolar modo dai commercianti. Noi la perseguiremo sfruttando le moderne tecnologie a basso consumo ed utilizzando fonti alternative per limitare al minimo i costi.
Aumenteremo il numero delle telecamere di sicurezza utilizzando i fondi messi a disposizione dal governo ed incentivando le installazioni private sul suolo pubblico, ma soprattutto metteremo la Polizia Locale nella condizione di monitorare le immagini nel rispetto della legge, potenziando le strutture tecniche ed assegnando le risorse umane indispensabili ai controlli.
Vogliamo ripristinare il vigile di quartiere, una figura che se ben formata ed addestrata, è capace di infondere fiducia nei cittadini e fungere da deterrente per i reati predatori e la microcriminalità. Un azione concreta di controllo per le strade, nei parchi, nei giardini, utile a contrastare gli atti vandalici che deturpando l’ambiente, gli arredi urbani, contribuiscono al degrado della nostra città.
Intendiamo promuovere un modello di Sicurezza Partecipata in cui la protezione è affidata alle forze di polizia, coadiuvate però dagli abitanti del territorio che attraverso programmi di formazione e sensibilizzazione alla “sicurezza urbana” ed in collaborazione con le forze di polizia, costituiscono quel tessuto informativo capillare che rendono efficace ogni intervento.
Supporteremo le cosiddette reti spontanee di “controllo di vicinato” che hanno già dato grandi risultati negli USA, nel Canada ed in Europa centrale e settentrionale e che in Italia, soprattutto al NORD, contano già più di 1.500 gruppi in 450 comuni e che migliorano la vita di circa 60.000 famiglie.
Associazioni informali tra abitanti del territorio: vicini di casa, condomini, negozianti che si scambiano informazioni tra loro, aumentando la coesione sociale e realizzando quella rete informativa utile alle forze dell’ordine.
Il modello di sicurezza partecipata, è bene dirlo con la MASSIMA CHIAREZZA, esclude ogni forma di intervento diretto dei cittadini, ogni partecipazione alle operazioni di polizia che restano di ESCLUSIVA competenza degli operatori professionali.
NO alle ronde, che aumentano la percezione d’insicurezza, si sono rivelate inutili quando non addirittura pericolose per i cittadini e di intralcio al lavoro della Polizia.
Forniremo alle “reti di controllo di vicinato” formazione periodica e ci attiveremo per avviare protocolli d’intesa con Prefettura e Forze dell’ordine.
La riorganizzazione della Polizia Locale, nell’ambito di un più generale intervento sull’intera organizzazione comunale di cui parleranno i miei colleghi, merita parlando di sicurezza un breve cenno.
Un dipartimento che ha bisogno di una guida politica stabile ed un comando a tempo pieno del personale che tutti i giorni mette a rischio la propria vita per contribuire la sicurezza di tutti noi cittadini.
Purtroppo non è scontato dirlo se pensiamo che in questi anni la delega alla Polizia Locale è rimasta in capo al Sindaco Antonio Decaro, insieme ad una decina abbondante di altri incarichi, che lo hanno distratto dall’importante funzione.
E scontato invece dire come tutto ciò abbia nociuto a Bari ed al suo corpo di polizia comunale.
Assumeremo nuovi agenti attraverso procedure di selezione meritocratiche e trasparenti, li addestreremo per potenziare l’organico e far fronte al bisogno di sicurezza dell’intera città.
Affideremo al Comandante il compito di procedere ad una riorganizzazione dei servizi ed una razionalizzazione degli impieghi degli agenti.
Procederemo di pari passo a migliorare le dotazioni individuali e quelle di reparto nonché le infrastrutture tecnologiche, adeguandole agli standard operativi più moderni.
Valuteremo la possibilità di avvalersi di tecnologie che basate sull’intelligenza artificiale consentono di razionalizzare gli impieghi operativi, la così detta polizia predittiva, già sperimentata in altre città come Milano Trento e Napoli.

giovedì 11 aprile 2019

Chi indica la strada e chi mangia la polvere?

Il MoVimento Cinque Stelle colpisce nel segno sollevando uno ad uno i problemi della nostra città e costringendo l'attuale amministrazione in modo intempestivo, a volte ridicolo, a rispondere alle nostre iniziative, riavviando lavori fermi da anni, presentando modellini (e rendering più veloci da realizzare!) o reiterando le stesse promesse da marinai del 2014.

Il fatto è così noto che i cittadini ed i loro comitati oramai ci chiedono di intervenire per sbloccare, con la nostra denuncia e presa di posizione, situazioni e disservizi che languono da anni.

E' stato così per il Lungomare di San Girolamo, per lo sfortunato quartiere Sant'Anna, per la centrale del latte che cade a pezzi, per l'incrocio di Caposcardicchio al San Paolo. Ultima la promessa di interventi al "Quartierino", all'indomani della nostra presa di posizione e denuncia.

Tutte situazioni che certificano tanto la nostra conoscenza dei problemi di Bari, quanto il fallimento obiettivo della giunta Decaro e la condizione di affanno in cui versa la campagna elettorale per la sua rielezione.

Anche la mancata ricandidatura degli attuali presidenti di Municipi, annunciata dai giornali, va letta nell'ottica di oggettiva debolezza dell'ammucchiata per Decaro.
Sempre i giornali spiegano questa scelta del Sindaco come conseguenza  del "mancato decentramento".  Se fosse così sarebbe un altro tentativo (maldestro!) per depotenziare le giuste rivendicazioni sul tema del MoVimento che da anni porta avanti una vera e propria battaglia per l'avvio del decentramento nella nostra città e ne denuncia l'assenza. 

Personalmente dubito sia questa la vera ragione, data l'evidente pretestuosità della scelta. Il mancato decentramento è la conseguenza della scelta politica del Sindaco di mantenere per se e per la sua giunta, funzioni e risorse destinate ai Municipi.

Sarebbe come sbattere in galera Pinocchio per essersi fatto truffare dal Gatto e la Volpe!

Tutto si può dire sull'inadeguatezza degli attuali presidenti dei Municipi, scelti da Decaro alle scorse elezioni, ma questo è proprio troppo! Per il decentramento negato avrebbe dovuto esserci esclusione degli attuali Presidenti, ma per la ragione opposta, ossia per sanzionare la subalternità politica con cui hanno accettato lo scippo. Per aver dimenticato che una volta eletto, un amministratore è pagato dal Comune per fare gli interessi dei cittadini e non quelli del signorotto locale del partito che lo ha eletto.

Un ragionamento logico e consequenziale che non possiamo attenderci dagli uomini dell'attuale amministrazione.

Personalmente se la notizia della mancata candidatura fosse confermata, ne attribuirei la causa alla "mancanza di vocazione al martirio" degli attuali Presidenti che, in vista di una disfatta annunciata, quanto nascosta dai media, preferiscono ripiegare su posizioni meno prestigiose, ma più comode di quella da consigliere Municipale  (meno di 700 euro/mese, contro i tremila da Presidente) assegnata in Consiglio Municipale ai candidati Pesidenti sconfitti.

Tutto ciò dimostra che nonostante l'arroganza delle ammucchiate, il MoVimento ha ottime possibilità di vincere la competizione contro partiti di destra e di sinistra che si contendono la città sempre alla stessa maniera.

Ancora più convinti continuiamo questa battaglia e chiamiamo tutti i cittadini onesti di Bari a darci manforte. 




sabato 6 aprile 2019

Riavviamola sta macchina!

Tante sono le cose da migliorare in questa città, ma tutte richiedono un'amministrazione efficiente, capace di erogare servizi ai cittadini, informarli, coinvolgerli nelle scelte e supportare quel cambiamento che tutti vogliamo per Bari.

Il Comune di Bari non può dunque prescindere da una completa riorganizzazione della sua “macchina amministrativa”.

Un riordino che deve essere in grado di valorizzare la grande professionalità dei dipendenti comunali su cui ingiustamente in questi anni, sono state scaricate le colpe di amministratori non all'altezza del loro ruolo.  Come se dirigere il lavoro di dipendenti comunali e controllarne l’operato, non fosse una delle precise responsabilità del pubblico amministratore.

Competenza, esperienza ed impegno devono essere la base per progressioni di carriera meritocratiche, le sole in grado di incentivare comportamenti virtuosi. L’esatto contrario di ciò che spesso accade oggi dove clientelismo e logiche sindacali opache, impediscono alle persone valide di emergere, frustrando la soddisfazione professionale dei dipendenti e, quel che peggio, la qualità generale del servizio.

Meritocrazia che dovrà essere anche il criterio guida per la selezione del nuovo personale; assunto con procedure trasparenti, formato ed inquadrato in processi orientati alla qualità ed al raggiungimento di obiettivi.

La struttura autoreferenziale a reparti stagni, quella per essere chiari in cui la mano destra non sa cosa sta facendo quella sinistra, deve lasciare il posto ad un organizzazione più moderna, che veda  la richiesta di ogni cittadino, come un unico procedimento a cui la pubblica amministrazione deve una risposta a prescindere dalla sua organizzazione interna.
Il tempo dello scarica barile tra gli uffici deve finire, i cittadini non possono più essere “rimbalzati” tra gli sportelli comunali, come le palline di un flipper.

In questo processo l’innovazione tecnologica ha un ruolo essenziale sia per il contenimento dei costi che per l’innalzamento della qualità dei servizi. I servizi di sportello dovranno essere tutti accessibili via Internet dal cittadino, attraverso il proprio Computer o addirittura con il proprio smart phone, come già accade per i servizi bancari e per l’acquisto di merci.

Il diritto alla “cittadinanza digitale” non può più essere negato ai cittadini baresi.
Chi lo vorrà potrà continuare a recarsi agli sportelli del Comune, ma nessun cittadino barese dovrà più essere costretto ad assentarsi dal proprio lavoro, prendere l’auto o spostarsi con i mezzi pubblici, per avviare una pratica o chiedere un certificato.

Interesse primario dell’amministrazione è trasferire il carico dei servizi di sportello, il così detto front office, verso i cittadini, non solo per agevolare la loro vita, ma anche per alleggerire il costo economico del servizio.

Grandi idee quelle del MoVimento per la città di Bari!

venerdì 5 aprile 2019

Bari Elezioni Amministrative 2019





Sono sposato e padre di una bambina di 14 anni che adoro, sono insegnante di informatica di ruolo nella Scuola Pubblica e docente al Politecnico di Bari.

Prima d'insegnare mi sono occupato di sistemi informativi ed organizzazione aziendale.

Amo viaggiare e leggere, ma da sette anni a questa parte, iscrivendomi al MoVimento5Stelle, la passione principale è diventata la Politica con la "P" maiuscola, la sola in grado di mettere le Istituzioni al servizio dei cittadini.

E' iniziato allora un lunghissimo percorso di attivismo che mi ha portato, dopo mille banchetti, gazebo, incontri e serate passate a studiare Leggi, regolamenti e delibere, a candidarmi

Consigliere al Comune di Bari per il MoVimento5Stelle .

Se sarò eletto, mi dedicherò con particolare attenzione all’agenda digitale ed in generale alla riorganizzazione della "macchina amministrativa" della nostra città da cui tanto dipende la qualità della vita dei baresi.
Voglio dedicarmi alla sicurezza, intendendo quella fisica dei cittadini, trascurata negli ultimi vent’anni a Bari, poiché considero questa un bene primario di ogni società organizzata.

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Articoli

- Presentazione della candidatura
- Riavviamola sta macchina!
- Chi indica la strada e chi mangia la polvere?
La sicurezza a Bari - video
"Controllo Vicinato" a Bari
Foresta Urbana a Bari

Video
ContinuareXCambiare Bari e l'Europa appello al voto
22 Maggio 2019 - Agorà Chiesa Russa - Appello al voto
21 Maggio 2019 - Agorà Via Sparano - La trasparenza
- 4 Maggio 2019 - Voto elettronico - Bari2019 Agenda Digitale
12 Aprile 2109 - Presentazione programma - La sicurezza a Bari

mercoledì 3 aprile 2019

Io ci sono!


Dopo la grande vittoria nazionale del MoVimento il 4 Marzo 2018,  era giunto il momento per gli attivisti baresi di dedicarsi ad un progetto per Bari, capace di analizzare i problemi della città ed individuare soluzioni e priorità all'altezza dei suoi cittadini.

Partivamo dalla conoscenza dei problemi acquisita dal gruppo M5S al Comune di Bari, nell'attuale consiliatura, si trattava di ampliarla attraverso un percorso di ascolto dei cittadini, delle loro associazioni e dei loro comitati.

Formammo da subito dei gruppi di lavoro per materia a cui fu assegnato il compito di studiare leggi, regolamenti ed atti comunali, nonché di organizzare vere e proprie audizioni di persone esperte. 

Attraverso decine di incontri pubblici abbiamo invitato i cittadini a partecipare al nostro progetto, consentendo a chiunque di farne parte, inserendosi nel gruppo di lavoro più vicino alle loro inclinazioni. 

In oltre un anno mi sono occupato di tanti aspetti organizzativi di questo processo, sono stato all'inizio, in quasi tutti i gruppi di lavoro poi, a mano a mano che nuove forze si aggiungevano, ho concentrato la mia attenzione sull'ultimo nato tra essi, il più debole (numericamente!) e quello che più si avvicinava al mio profilo culturale ed alla mia esperienza professionale: "agenda digitale,  Partecipazione e trasparenza",  dei cui lavori vi parlerò in un altra occasione.

Dopo aver gettato le basi per la costruzione del programma,  bisognava scegliere il candidato o la candidata Sindaco ed i candidati consiglieri al Comune, i candidati Presidenti ed i rispettivi candidati consiglieri nei cinque Municipi di Bari

Per regolamento del MoVimento non vi era bisogno di alcuna selezione, ciascun iscritto, nessuno escluso, aveva il diritto di candidarsi a Sindaco/a della città, chiamando a se nella sua lista, uno ad uno (come i discepoli!) i candidati Consiglieri. 

Ciò nonostante, era importante avere il massimo della condivisione tra i partecipanti al progetto, tutti furono invitati a candidarsi (uno vale uno!) ed in modo democratico fu scelta Elisabetta Pani.

Sin dall'inizio Elisabetta Pani era per me la persona più adatta, quella che meglio incarnava la leadership necessaria a guidare il resto del percorso. Attivista che conoscevo e stimavo da anni e contemporaneamente membro di quella "Società Civile" che intendevamo coinvolgere.

A Novembre ho deciso di sostenere la sua lista, non soltanto come attivista ma entrandovene a far parte ed ora con orgoglio posso annunciare di essere stato certificato dal MoVimento e di essere:

Candidato Consigliere al Comune di Bari.

Il percorso è, rubando la definizione al mio amico e scrittore Fabrizio Labarile, "irto di ostacoli"Avremo perlomeno 23 liste contro!

Ciascuna composta da 36 candidati Consiglieri, da un elenco di decine di candidati aspiranti assessore, vice sindaco, amministratori e consiglieri delle partecipate. Attraverso le liste collegate nei Municipi, un vero e proprio esercito sul quale alcuni palazzinari e banchieri contano per mettere o mantenere "Le mani sulla città".

Mi consola però il dato certificato che a Bari almeno il 45% dei cittadini sono persone perbene.

Per vincere il nostro messaggio deve individuarli e raggiungerli uno ad uno!

Non possiamo contare sulle televisioni locali ed i giornali: i nostri primi nemici in mano ad un potere che resta tutt'ora intonso in attesa di una legge che finalmente elimini il conflitto d'interessi nell'editoria.
Ma la battaglia non solo dobbiamo vincerla, POSSIAMO vincerla!

Basta che ciascuno di noi, ciascuno di voi, si trasformi in megafono del cambiamento, utilizzando i social, ma soprattutto parlando di persona ai propri vicini di casa, ai parenti, ai colleghi, agli amici ed ai conoscenti, persino agli sconosciuti. Ognuno di loro ha il "DIRITTO" di essere informato e chi crede nel cambiamento ha il "DOVERE" di informarlo,  allontanando da se la tentazione della pigrizia ed ogni pulsione alla rassegnazione.

Chi non si arrende mai ha già vinto ed io non mi arrendo!

mercoledì 6 marzo 2019

Il giorno del diritto ritrovato

Oggi un grande giorno, dopo sei anni di lotta il reddito di cittadinanza è realtà anche in Italia.

L'idea che nella nostra società chi perde il lavoro, chi non riesce a trovarlo, sia vittima del sistema economico non è certo una novità.
Ricordo personalmente che già alla fine degli anni settanta se ne parlava e la tesi era sostenuta dalla sinistra e dai sindacati, sebbene le proporzioni del problema allora non fossero così gravi come oggi.
Poi purtroppo le cose peggiorarono con la fine dell'imperialismo sovietico ed il crollo del muro di Berlino. Al capitalismo la maschera dal "volto umano" non era più necessaria ed iniziò la corsa verso una globalizzazione senza limiti i cui effetti deleteri sono ora sotto gli occhi di tutti.

Anche la sinistra si trasformo liberandosi dal pesante fardello delle istanze di una classe sociale perdente, i poveri, quelli che una volta chiamavano proletariato. Si lasciò coinvolgere nell'orgia del potere berlusconiano, in un alternanza di governo e finta opposizione in cui i diritti di chi alla mensa del neoliberismo non trovava posto, furono scambiati con le elemosine di un stato sociale sempre più risicato.
Fu Beppe Grillo a recuperare il tema del reddito di cittadinanza ed il MoVimento Cinque Stelle alle sue prime elezioni politiche nel 2013, lo presento come punto di programma.

Questa fu la ragione che nel 2012 mi spinse ad entrare in politica ed a mettere la faccia per il cambiamento del Paese.

Quante volte in questi anni mi hanno detto che il reddito di cittadinanza era bellissimo e giustissimo ma non era possibile farlo in Italia, i poteri forti non lo avrebbero permesso mai.
Si sbagliavano perché si poteva fare e lo abbiamo fatto, ma avevano anche ragione, perché ora i poteri forti ce li abbiamo contro davvero.

Il MoVimento corre un grave rischio perché anche tante persone ragionevoli, o che in passato lo erano state, liquidano la questione "reddito di cittadinanza" con nonchalance.  Certamente vittime di un informazione distorta, si fanno megafono di un idea intellettualmente disonesta, strumentalizzare questa misura per ottenere la caduta del governo. Ma le conseguenze su cinque milioni di poveri nel nostro paese non possono essere considerate e giustificate, come "effetti collaterali" di una manovra politica per restaurare l'ancien régime.

Oggi con la domanda del reddito di cittadinanza oltre ad una protezione economica ciascun percettore vedrà riconosciuto il proprio status di vittima di un sistema economico, forse anche l'unico possibile, ma sicuramente imperfetto. Come cittadino fortunato che non ha bisogno del reddito di cittadinanza, sono orgoglioso di non essermi voltato dall'altra parte.

Sono  felice di essere dalla parte di una forza politica differente da tutte le altre per sensibilità e coerenza.

Ad maiora!